Ascoli, la crisi idrica morde il Piceno: ok alla ricerca di nuove sorgenti. Continuano i razionamenti

Ascoli, la crisi idrica morde il Piceno: ok alla ricerca di nuove sorgenti
ASCOLI - La crisi idrica, che da anni attanglia il Piceno e che negli ultimi quattro si è ulteriormente aggravata a causa del terremoto che ha modificato sensibilmente la...

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ASCOLI - La crisi idrica, che da anni attanglia il Piceno e che negli ultimi quattro si è ulteriormente aggravata a causa del terremoto che ha modificato sensibilmente la portata delle sorgenti è stata al centro dell’incontro tra il presidente della Ciip Pino Alati con il capo del dipartimento nazionale della protezione civile Angelo Borrelli e il segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Appennino centrale Erasmo D’Angelis. Ciò a seguito delle stagioni invernali siccitose degli ultimi che hanno comportato il razionamento dell’acqua e la chiusura nelle ore notturne dei serbatoi che riforniscono gran parte dei comuni della Vallata del Tronto e i residenti della zona alta della Riviera delle Palme. 


Grazie ad un lavoro puntuale di dirigenti e operai della Ciip sono riusciti a ridurre al minimo i disagi per i cittadini ed ora che la stagione turistica è ormai alle battute finali, il fabbisogno lungo la costa è decisamente minore e quindi si guarda con un briciolo di ottimismo in più alle prossime settimane. Resta il fatto che l’acqua a disposizione è scarsa tanto che le chiusure notturne proseguiranno anche nelle prossime settimane. 
 
I pozzi
Anche perchè, al momento, la Ciip non può immettere nella condotta principale i circa cento litri al secondo che sono a disposizione dai nuovi pozzi di Capodacqua ma che non hanno ancora ottenuto il via libera dal comitato di protezione civile regionale. Una importante riunione si terrà martedì prossimo, giorno in cui potrebbe arrivare il via libera all’utilizzo della risorsa idrica. Problema, questo, che è stato sottoposto all’attenzione del capo della protezione civile. Con Borrelli è stato anche affrontato il nodo della ricerca di nuove fonti di approvvigionamento nella zona di Foce di Montemonaco e degli intralci burocratici che la Ciip deve affrontare per ottenere le necessarie autorizzazioni per poter avere a dispozione una nuova sorgente per sopperire alla drastica riduzione della portata di quella attualmente autorizzata che dagli oltre 600 litri al secondo ne garantisce appena 200. «Mi auguro che si riesca a trovare un percorso condiviso con gli enti che consenta di superare tutti i vincoli e dare la possibilità di alla Ciip di avere nuove fonti di approvvigionamento - ha detto il capo della protezione civile Borrelli -. La protezione civile ha tra suoi scopi la salvaguardia della vita, quella dell’ambiente e degli animali ma dobbiamo soprattutto tutelare l’integrità della vita. E l’esigenza di dare da bere ai territori rappresenta un interesse prevalente. Quindi, è una questione di buonsenso riuscire a trovare le soluzioni adeguate». 
Gli studi
L’auspicio è che la Ciip, che già da diverso tempo sta portando avanti gli studi necessari per individuare delle nuove sorgenti, possa ottenere in breve tempo delle nuove concessioni che consentirebbero di superare la crisi idrica. «Fino ad ora, pur avendo far ricorso alle chiusure notturne, abbiamo evitato che venisse a mancare l’acqua e abbiamo cercato di ridurre al minimo i disservizi - ha evidenziato il presidente della Ciip Alati -. E gli attacchi che quotidianamente vengono sferrati contro l’azienda sono una mancanza di rispetto per tutti i dipendenti che quotidianamente si impegnano per garantire l’acqua agli utenti. Si sono fatti carico dei problemi che hanno colpito tutti; sono circa 400mila gli utenti serviti dalla Ciip e, tra loro c’è qualcuno che purtroppo devono subire dei disguidi. Accetto le critiche nei miei confronti ma gli insulti all’azienda rappresentano una mancanza di rispetto per gli operai». 
Il guasto

E mentre nella sede della Ciip si discuteva di come superare la crisi, l’impianto di Capodacqua si è bloccato. Un improvvisa rottura alla cabina dell’energia elettrica ha causato l’interruzione del flusso idrico ad Appignano del Tronto, Castignano, Offida, Ripatransone, Acquaviva Picena, Spinetoli, Monteprandone e nella parte alta di San Benedetto. I tecnici dell’Enel sono entrati immediatamente in azione per cercare di aggiustare il guasto nel più breve tempo possibile e ristabilire, così, il funzionamento dell’impianto idrico.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico