ASCOLI - Si è aperto ieri mattina davanti al giudice Barbara Pomponi il processo che vede imputati quattro dipendenti della Veneto Banca i quali, secondo l’accusa,...
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Secondo quanto viene riportato nel capo d’accusa i funzionari avrebbero prospettato ai sei clienti la possibilità di ottenere la concessione di una linea di credito a favore della società, pari a 250 mila euro, a condizione che tutti i soci, personalmente, avessero acquistato azioni della Veneto Banca per la metà del valore dell’affidamento, ossia per 125 mila euro. Sempre secondo l’accusa i funzionari dell’istituto di credito invitavano i clienti a sottoscrivere l’aumento di capitale proposto al fine di recuperare parte della perdita subita dalle azioni in sede di approvazione del bilancio dell’anno 2013, operazione descritta come “investimento al riparo dalle fluttuazioni dei mercati finanziari”. La prospettiva aveva così indotto i sei clienti ad acquistare 3.050 azioni “Veneto Banca” per un importo complessivo di poco meno di 125 mila euro nochè a sottoscrivere l’aumento di capitale per 16 mila euro.
Nei mesi successivi alla sottoscrizione il valore delle azioni diminuì gradualmente venendo completamente azzerato in data 30 maggio 2016 con l’aggravante, spiega ancora il pubblico ministero nel capo di imputazione, di aver cagionato alle persone che avevano sottoscritto le azioni un danno patrimoniale di rilevante gravità. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico