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Il cerchio si stringe
Da quanto si apprende, l’individuazione degli otto giovani (tutti perugini, alcuni di origini nordafricane) coinvolti sarebbe in fase molto avanzata.
Il racconto
«Avevo perso i sensi, quando mi sono ripresa c’era un ragazzo che mi stava violentando. Un altro di fianco mi teneva ferma» è stato il racconto della 19enne, assistita dall’avvocato fabrianese Ruggero Benvenuto, che in un momento di distrazione dei suoi aguzzini è riuscita a chiamare la polizia mettendo fine all’incubo. Proprio l’intreccio dei suoi ricordi con il video delle telecamere di sicurezza intorno alla piscina e anche ad altri accertamenti legati soprattutto a tracce di Dna sarà decisivo per stabilire chi è stato materialmente responsabile della violenza più bruta, chi dei palpeggiamenti e chi ha partecipato “esternamente” alla violenza, non impedendo che questa avvenisse.
Lo choc
«Ciò che si può riferire con certezza è che la giovane risulta profondamente scossa e traumatizzata - sottolinea l’avvocato Benvenuto -. Si trova in uno stato di gravissimo turbamento e versa in condizioni di forte stress, tanto che è stata costretta a ricorrere ad un supporto psicologico da parte di uno specialista. Sta cercando di trovare conforto in famiglia ricorrendo all’affetto dei congiunti, che le si sono stretti intorno. La giovane non si trova in condizioni neppure di poter proseguire nella propria attività lavorativa che è stata obbligata, suo malgrado, a interrompere».
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Corriere Adriatico