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ANCONA Nei cantieri della Palombella si procede a doppia velocità. Anzi tripla. Siamo all’ingresso da nord, che introduce al cuore di Ancona. Le coordinate, che segnano un tracciato disomogeneo, indicano lo sblocco dello stallo per l’ex Verrocchio: la palazzina del nuovo terminal degli autobus sarà pronta per l’estate, poi ci vorrà altro tempo per attivarlo. Si viaggia con un ritardo di un paio d’anni all’ex birrificio Dreher, che diventerà l’ingresso al parco della Grande Frana. Non esiste alcun progetto per lo stabilimento abbandonato della Angelini, baricentrico rispetto alle altre due opere in divenire.
La mappa
Rimasto incagliato in un susseguirsi di ritardi, che ne hanno dilatato il finire degli interventi, per l’ex Verrocchio Paolo Manarini srotola la mappa di un cronoprogramma che dovrebbe aver imboccato la via della certezza. L’assessore dorico ai Lavori pubblici resetta durata e traguardo: «Entro l’estate saranno terminate la palazzina su strada e il parcheggio sopraelevato». Per il nuovo capolinea - una scommessa da 4 milioni e 256mila euro - s’ipotizzava di non andare oltre il 2022. Il contrordine è stato subìto, inevitabile nonostante si sia deciso di evitare la risoluzione del contratto con la ditta appaltatrice, valutando che quella scelta avrebbe potuto generare un ulteriore rallentamento.
Il piano
Avanti così, spostando la meta in avanti: estate 2023 per vedere concluso il moderno interscambio, con l’autostazione per il trasporto extraurbano e il parcheggio scambiatore da 286 posti al servizio della stazione ferroviaria. Previsti, in quel piano ambizioso, una biglietteria, locali a disposizione del Comune e uffici per il co-working. È vietato distrarsi per l’architetto Andrea Marasca: «Stiamo pressando l’impresa per il reperimento dei ponteggi e della manodopera. I consueti problemi di questo momento storico». Il progettista, che ha firmato l’operazione, ricorda: «Per imprimere una accelerazione è stata fatta persino una variante strutturale, finalizzata a migliorare la struttura dell’impalcato, a nove metri da terra, del parcheggio sopraelevato».
La fornace
La frenata si allenta, ma non del tutto all’altezza dell’ex Dreher, che diventerà l’ingresso al parco della Grande Frana. Lì si viaggia con un ritardo di un paio d’anni. Manarini anche qui offre il cambio di prospettiva. «Si sta lavorando nella parte posteriore della fornace. Il risultato darà la visione del fronte della vecchia calchèra, sarà suggestivo come sfondo della piazzetta che verrà realizzata». Converte il fascino in azione: «Per sostenere quella facciata, con le bocche di fuoco, è stata ricavata una retrostruttura in acciaio che metterà in sicurezza il prospetto». Gettate le fondamenta dell’edificio in muratura con la copertura in legno, l’assessore già se la immagina quella degna via d’accesso: «Ci saranno servizi igienici, un punto di ristoro e una sala multifunzionale. Oltre, si aprirà il parco, per ricongiungersi con quello di Posatora salendo su, fino al Pinocchio». S’impegna e soprattutto ci spera: «La fine entro l’estate».
La messa in sicurezza
Il nulla di fatto arriva sull’Ex Angelini. Lo stabilimento farmaceutico che è stato il cuore della Palombella non pulsa più per nessuno. Torna la voce narrante di Manarini: «Abbiamo provato a venderlo. Era stato risanato dall’amianto e messo in sicurezza». Niente. È difficile destinare quel gigante, ormai inutile, di cemento, tutelato dalla Sovrintendenza come archeologia industriale. «Servirebbe un investimento di decine di milioni. Prima tuttavia bisognerebbe trovare i contenuti, sarebbe da inserire in un progetto dedicato a gestione privata. Per noi – l’assessore è categorico – è un recupero economicamente insostenibile». Qui, la velocità è pari a zero.
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