Verrocchio, chi si rivede. Il nuovo terminal dei bus di Ancona sarà pronto per l’estate

Verrocchio, chi si rivede. Il nuovo terminal dei bus di Ancona sarà pronto per l estate
Verrocchio, chi si rivede. Il nuovo terminal dei bus di Ancona sarà pronto per l’estate
di Maria Cristina Benedetti
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Mercoledì 8 Marzo 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 12:02

ANCONA Nei cantieri della Palombella si procede a doppia velocità. Anzi tripla. Siamo all’ingresso da nord, che introduce al cuore di Ancona. Le coordinate, che segnano un tracciato disomogeneo, indicano lo sblocco dello stallo per l’ex Verrocchio: la palazzina del nuovo terminal degli autobus sarà pronta per l’estate, poi ci vorrà altro tempo per attivarlo. Si viaggia con un ritardo di un paio d’anni all’ex birrificio Dreher, che diventerà l’ingresso al parco della Grande Frana. Non esiste alcun progetto per lo stabilimento abbandonato della Angelini, baricentrico rispetto alle altre due opere in divenire. 


La mappa

Rimasto incagliato in un susseguirsi di ritardi, che ne hanno dilatato il finire degli interventi, per l’ex Verrocchio Paolo Manarini srotola la mappa di un cronoprogramma che dovrebbe aver imboccato la via della certezza. L’assessore dorico ai Lavori pubblici resetta durata e traguardo: «Entro l’estate saranno terminate la palazzina su strada e il parcheggio sopraelevato». Per il nuovo capolinea - una scommessa da 4 milioni e 256mila euro - s’ipotizzava di non andare oltre il 2022. Il contrordine è stato subìto, inevitabile nonostante si sia deciso di evitare la risoluzione del contratto con la ditta appaltatrice, valutando che quella scelta avrebbe potuto generare un ulteriore rallentamento. 

Il piano 

Avanti così, spostando la meta in avanti: estate 2023 per vedere concluso il moderno interscambio, con l’autostazione per il trasporto extraurbano e il parcheggio scambiatore da 286 posti al servizio della stazione ferroviaria.

Previsti, in quel piano ambizioso, una biglietteria, locali a disposizione del Comune e uffici per il co-working. È vietato distrarsi per l’architetto Andrea Marasca: «Stiamo pressando l’impresa per il reperimento dei ponteggi e della manodopera. I consueti problemi di questo momento storico». Il progettista, che ha firmato l’operazione, ricorda: «Per imprimere una accelerazione è stata fatta persino una variante strutturale, finalizzata a migliorare la struttura dell’impalcato, a nove metri da terra, del parcheggio sopraelevato». La modifica è in corso di approvazione, ma è già stata metabolizzata dalla direzione dei lavori. Il Comune risparmierà così 20mila euro. «In teoria – riprende il filo Marasca – è prevista una rotatoria in piazzale Tre Mori, dove si spalanca l’officina di Duca Gomme, ma dovrà sempre decidere Palazzo del Popolo e comunque mai prima della messa in funzione del parcheggio». Manarini non rallenta il ritmo: «Il cantiere sta andando avanti. Stanno realizzando murature e impianti per il fabbricato». Offre i dettagli in cronaca: «La gestione verrà affidata a Mobilità & Parcheggi e ci sarà una postazione di Conerobus al piano terra». Marasca va nelle sfumature del palinsesto: «È previsto un bar, quindi va fatta una gara ad hoc». Passaggi obbligati, questi, propedeutici all’attivazione dell’autostazione. Una volta decretato il missione compiuta, in quel punto arriveranno tutti i pullman da nord, i passeggeri intercetteranno quelli della linea urbana per correre in direzione centro. Lo snodo, a cui se ne potrebbe aggiungere un altro: il ponte per il transito dal parcheggio scambiatore all’area della stazione. Manarini precisa: «Abbiamo chiesto alle Ferrovie, nell’ambito di un progetto congiunto, risorse da ricavare dai fondi per la velocizzazione della linea Adriatica. Ci è stato dimostrato interesse». Marasca va nei dettagli: «È stato già fatto uno studio di fattibilità per inserire la cifra nel programma triennale delle opere pubbliche, un milione». Sarebbe una mossa strategica per evitare di attraversare la Flaminia. 

La fornace 

La frenata si allenta, ma non del tutto all’altezza dell’ex Dreher, che diventerà l’ingresso al parco della Grande Frana. Lì si viaggia con un ritardo di un paio d’anni. Manarini anche qui offre il cambio di prospettiva. «Si sta lavorando nella parte posteriore della fornace. Il risultato darà la visione del fronte della vecchia calchèra, sarà suggestivo come sfondo della piazzetta che verrà realizzata». Converte il fascino in azione: «Per sostenere quella facciata, con le bocche di fuoco, è stata ricavata una retrostruttura in acciaio che metterà in sicurezza il prospetto». Gettate le fondamenta dell’edificio in muratura con la copertura in legno, l’assessore già se la immagina quella degna via d’accesso: «Ci saranno servizi igienici, un punto di ristoro e una sala multifunzionale. Oltre, si aprirà il parco, per ricongiungersi con quello di Posatora salendo su, fino al Pinocchio». S’impegna e soprattutto ci spera: «La fine entro l’estate». 

La messa in sicurezza

Il nulla di fatto arriva sull’Ex Angelini. Lo stabilimento farmaceutico che è stato il cuore della Palombella non pulsa più per nessuno. Torna la voce narrante di Manarini: «Abbiamo provato a venderlo. Era stato risanato dall’amianto e messo in sicurezza». Niente. È difficile destinare quel gigante, ormai inutile, di cemento, tutelato dalla Sovrintendenza come archeologia industriale. «Servirebbe un investimento di decine di milioni. Prima tuttavia bisognerebbe trovare i contenuti, sarebbe da inserire in un progetto dedicato a gestione privata. Per noi – l’assessore è categorico – è un recupero economicamente insostenibile». Qui, la velocità è pari a zero.

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