ANCONA - Quando essere un'eccezione fa ancora più piacere. Crescono di oltre il 2% (4.300) le iscrizioni all'Università Politecnica delle Marche, in controtendenza...
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In totale, il numero degli iscritti è di 1.600 (35,8% di tutti gli studenti delle Marche), di cui se ne laureano in media 3.000, con percentuali di occupabilità dell'88,5% (contro la media nazionale del 79,9%), che raggiungono il 93,7% per Ingegneria. Al via alla Facoltà di Agraria il nuovo corso internazionale di laurea magistrale 'Food and beverage innovation and management', per formare giovani in grado di svolgere compiti tecnici e gestionali legati alle attività di produzione, trasformazione e distribuzione degli alimenti secondo il principio della sostenibilità economica e ambientale. «Si tratta di competenze molto richieste da imprese e organizzazioni di categoria del settore agroalimentare che - ha spiegato Longhi - copre il 9% del Pil delle Marche.
Il corso si aggiunge a quelli di International economics and commerce e di Biomedical engineering, che con 63 e 65 matricole in più rispetto allo scorso anno hanno dimostrato una forte attrattività». Spazio anche ai rapporti con il territorio e le imprese di cui Univpm è partner in otto progetti di ricerca e sviluppo su bando regionale, e con le quali ha costituito 45 spin-off (13/o posto in Italia) occupando 150 giovani e ricavando solo nel 2014 7 milioni di euro, cui si aggiungono 53 brevetti industriali depositati.
«Vogliamo creare una cultura dell'imprenditorialità - ha precisato il rettore - e a questo scopo abbiamo realizzato il 'Contamination lab', spazio fisico e di formazione interdisciplinare aperto anche agli studenti di Urbino, per sviluppare modelli d'innovazione a vocazione imprenditoriale». Infine uno sguardo all'attività gestionale, che evidenzia un utile di oltre un milione di euro, per un volume di ricavi complessivi di 132 milioni, di cui quasi la metà derivati da fondi extraministeriali, con un indice di tassazione degli studenti tra i più bassi d'Italia. Previsto nel 2016, per la ricerca, un piano d'investimenti pari a 3,5 milioni di euro. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico