Torrette, Gozzini risponde a Caporossi: «Ma che dici, qui cure di qualità anche con me al timone»

Il direttore: «Sono usciti precari, niente di clamoroso. Riaperta la graduatoria degli infermieri»

Torrette, Gozzini risponde a Caporossi: «Ma che dici, qui cure di qualità anche con me al timone»
Armando Gozzini, direttore generale dell’Ospedale di Torrette: sul Corriere Adriatico di ieri il suo precedessore Caporossi ricordava come il premio per il miglior ospedale...

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Armando Gozzini, direttore generale dell’Ospedale di Torrette: sul Corriere Adriatico di ieri il suo precedessore Caporossi ricordava come il premio per il miglior ospedale pubblico d’Italia facesse riferimento al periodo della passata direzione. 


«I dati del Piano Nazionale Esiti per l’anno che sta per terminare confermano un netto ed ulteriore incremento (della qualità delle cure, ndr) rispetto al passato. Insomma, i dati del 2023 - sotto la mia direzione - sono ulteriormente migliorati». 
Veniamo al tasto dolente: la lettera degli 11 primari che denuncia una situazione ai limiti del catastrofico per l’ospedale di Torrette. È così? 
«È necessario mettere qualche punto fermo. A Torrette non c’è niente da buttare. Abbiamo perso 20 infermieri ed 8 operatori sociosanitari, tutti precari che dall’oggi al domani hanno visto un buon bando e la possibilità di essere stabilizzati altrove e se ne sono andati. Ma non è successo di niente di clamoroso, che possa sconvolgere l’assetto dell’ospedale».   
E allora qual è stato il problema? 
«Ogni infermiere fa un turno di otto ore, in teoria ne servirebbero tre per coprire l’arco della giornata. Se perdo 30 infermieri, questi impattano a macchia di leopardo su vari turni. Molti sono anche specializzati in un particolare reparto. Non posso trasferirli da ginecologia a dermatologia. Trenta infermieri in meno, in un’azienda così organizzata, creano un po’ di instabilità»
Come vi state muovendo per reintegrare le figure scappate? 
«Abbiamo riaperto una graduatoria che conteneva circa 700 infermieri e di questi, soltanto 7 sono stati disposti ad assumere l’incarico. Faremo colloqui coi laureati nei corsi di infermieristica di quest’anno. Una pletora di 200 persone ben formata, cresciuta qui in università, e che non ha ancora un posto di lavoro. Non hanno l’esperienza di chi ha lavorato per anni in reparto ma li accogliamo a braccia aperte perché è solo l’inizio». 
Come va il fronte del precariato? 
«C’è forte preoccupazione per i precari, che sono 170. Noi vogliamo chiaramente stabilizzarli. Vedremo cosa ci consentiranno di fare i nuovi tetti di spesa». 
Avete già incontrato i primari o la Regione? 
«Vogliamo incontrarci internamente, coi capi dipartimento, a metà della settimana, ma ci sarà a brevissimo anche un incontro anche con la Regione. L’assessore è consapevole dei problemi di Torrette, non avremo bisogno di presentarci con una letterina di richieste».
E per il futuro? 

«Stiamo preparando un atto di sviluppo prodromico all’atto aziendale. Due linee forti di azione: una per il personale ed una per gli investimenti. Fra pochi giorni partirà la nuova morgue e saremo pronti per le demolizioni per il nuovo Salesi. Stiamo rivedendo tutta la logistica dei percorsi interni ed esterni. Infine l’ammodernamento di almeno quattro macchinari a fine vita dopo 10 anni di servizio: due angiografi, la tomoterapia e la Tac».
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Corriere Adriatico