Stalking, l’imprenditore libero Ma non può avvicinare la moglie

Stalking, l’imprenditore libero Ma non può avvicinare la moglie
SENIGALLIA - E’ stato rimesso in libertà l’imprenditore 52enne arrestato domenica per stalking, violenza domestica e lesioni. Si è trasferito dai...

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SENIGALLIA - E’ stato rimesso in libertà l’imprenditore 52enne arrestato domenica per stalking, violenza domestica e lesioni. Si è trasferito dai genitori ed ha il divieto di avvicinarsi alla moglie. La decisione del giudice è stata comunicata al suo avvocato ieri, intorno alle 18.30. In mattinata si era svolta in Tribunale l’udienza di convalida, al termine della quale il giudice si era riservato di decidere sulle eventuali misure cautelari, dopo aver convalidato l’arresto. Il pubblico ministero aveva chiesto di confermare la sua permanenza in carcere.


 

L’avvocato Mauro Diamantini, suo difensore, la rimessa in libertà o in alternativa una misura minore, come i domiciliari, che gli permettesse però di andare a lavorare. «Il mio cliente ha fornito la sua versione negando ogni addebito – spiega l’avvocato Mauro Diamantini – solo due volte ha seguito la moglie perché convinto che avesse una relazione extraconiugale, ma si è trattato di soli due episodi che non fanno di lui uno stalker. Inoltre dai racconti della signora emergerebbe che da parecchi anni lui la maltrattasse ma nessuno ha mai notato lividi o altro che potesse confermarlo».


Domenica la moglie, dopo aver dormito a casa della sorella nel timore che il marito potesse picchiarla, era uscita alle 6.30. Si era recata in un distributore per fare benzina dove ha riferito di aver visto il marito che, avvicinatosi, le avrebbe detto di tornare subito a casa. Lei, impaurita, era salita in auto per dirigersi al Commissariato. Poco prima di raggiungerlo però, dalle parti di via Capanna ha suonato il citofono di una casa ed ha chiesto aiuto. Accompagnata nel vicino Commissariato è stata raggiunta poco dopo dal marito. La prova, secondo lei e gli inquirenti, che la stesse pedinando. Il 52enne invece si è giustificato dicendo di averla raggiunta per riportarla a casa immaginando fosse li. Il giudice non l’ha ritenuto così pericoloso da lasciarlo a Montacuto. L’ha scarcerato ieri adottando come unica misura quella del divieto di avvicinamento alla moglie. «Ho chiesto venisse rimesso in libertà, dal momento che non vi erano elementi che potessero provare quanto gli veniva contestato – prosegue l’avvocato – inoltre il mio cliente ha necessità di lavorare quindi, in alternativa, i domiciliari con la possibilità di uscire per raggiungere il luogo di lavoro».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico