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La vicenda
Era il lontano 2006, lei appena 17enne, quando ricevette una diagnosi inaspettata: tumore stromale gastrico, Gist. Un cancro dei più rari, l’inizio di un calvario. «Ero troppo piccola per avere consapevolezza di tutto – racconta – ma di quegli anni, ricordo l’adolescenza perduta».
La svolta
È a questo punto che i medici del Salesi decidono che bisogna rivolgersi al direttore della Chirurgia Epatobiliare, Pancreatica e dei Trapianti di Torrette, il professor Marco Vivarelli e alla sua équipe. Dopo una valutazione multidisciplinare, l’unica speranza sembra essere un intervento chirurgico. Lo scopo è quello di ridurre il dolore e rimuovere la metastasi più grande e i linfonodi allo stomaco. È il dicembre del 2014 e Silvia si sottopone all’operazione. La seconda per lei, a soli 25 anni. «Sono rimasta sempre positiva – racconta – questo lo devo ai miei genitori, che mi sono stati sempre accanto. Ma la vera forza l’ho trovata in me, in un lavoro di introspezione». L’intervento va a buon fine, ma il quadro clinico resta delicato e la paziente viene inserita in lista d’attesa per il un trapianto di fegato. «No, fosse stato per me, non l’avrei mai fatto. Ho dovuto attingere a tutto il coraggio che avevo per accettare. Non è stato facile – continua – dopo tre settimane sono stati i miei genitori a darmi la notizia: c’era un nuovo fegato per me». A gennaio 2015 Silvia torna in sala operatoria, questa volta al centro trapianti di Torrette in Ancona. Quasi dodici ore di intervento, dalle nove di mattina alle dieci di sera: si tratta del primo trapianto al mondo per metastasi epatiche, causate dal Gist in età pediatrica.
La rilevanza internazionale
L'evento ha una tale rilevanza internazionale che il professor Vivarelli e la sua équipe, dopo 4 anni di follow up, vedono pubblicare il caso su una prestigiosa rivista scientifica, l'American Journal of Transplantation. «Senza quella donazione non sarei qui oggi», dice. Silvia ora conduce una vita normale, è sposata con Matteo da cinque anni e lavora a Jesi, in un negozio di animali. «Mi resta il sogno di sapere chi sia il mio donatore».
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Corriere Adriatico