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SERRA SAN QUIRICO- «Non ho mai perso i sensi, ho visto tutto e non lo posso dimenticare. I dolori che ho addosso non sono niente in confronto alla mente, è diverso. Per quella ci vuole più tempo…». E’ stata dimessa dall’ospedale di Torrette nella notte tra lunedì e ieri, Sabrina Gasparini 57 anni, una dei due superstiti al tremendo incidente nel canale di Sant’Elena. E’ stata salvata da alcuni residenti e dai Vigili del fuoco, che con una corda l’hanno estratta dalle acque fangose e mortali del canale che costeggia l’Abbazia di Sant’Elena, dopo che la Polo su cui viaggiava insieme ad altri tre colleghi dell’Elica di Mergo vi era finita dentro. Di quei terribili minuti che hanno preceduto la tragedia in cui hanno perso la vita le colleghe e amiche Cinzia Ceccarelli (58 anni) e Sabina Canafoglia (51), non vuole parlare. Comprensibilmente troppo doloroso per lei che è viva per miracolo. E che, sempre cosciente, ha visto la morte in diretta, temendo che prendesse anche lei.
Lo sgomento
«Non ho voglia di parlarne – si scusa – a parte i dolori che ho fisicamente, causati dal fuoristrada e dai rovi dove sono rimasta impigliata, e l’ipotermia iniziale…tutto sommato sto meglio.
La strada di casa
E anche Cinzia, al volante della sua Volkswagen Polo, chissà quante altre volte l’avrà fatta per tornare a casa a Jesi più velocemente. Adesso è una strada che fa paura, come il ricordo di questa tragedia di cui non vuol parlare neanche l’altro superstite, Matteo Guerri. L’uomo, 52 anni, vive a Monsano. Lunedì sera viaggiava sul sedile posteriore destro. Mentre l’auto fuori controllo stava finendo nel canale, ha avuto la prontezza di aprire lo sportello e buttarsi fuori. «Però in acqua ci sono finito pure io – ci spiega – quando sono riuscito a uscire dall’abitacolo, la macchina era già finita dentro al canale. Sinceramente l’ho vista andare dentro dritta, non capovolta ruote all’aria…». Invece così, in questa posizione innaturale l’hanno estratta dal canale i Vigili del fuoco con l’autogru. Trascinata per circa cento metri dalla corrente, fortissima, di quel canale ricavato per l’irrigazione dei campi, l’auto deve essersi capovolta per la furia delle acque ingrossate anche dalle piogge del pomeriggio. Quando i sommozzatori si sono immersi per recuperare le due vittime, la vettura era semi sommersa in quasi tre metri d’acqua, con le ruote all’aria.
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