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SENIGALLIA - Approvate dal consiglio comunale le modifiche della Tari, con la possibilità per le aziende di vendere ai privati i rifiuti da riciclare, pagando al Comune solo quelli da portare in discarica. Una follia per il sindaco, voluta dalla normativa nazionale. L’assessore al Bilancio ha invece esordito denunciando l’insabbiamento di un ammanco nel capitolo della Tari, che due ex responsabili della pratica non avrebbero comunicato all’ente.
Si tratterebbe di 1,2 milioni di euro, come riferito in commissione, arrivato ieri a 1,5 milioni. Soldi che si sono dimenticati di calcolare e quindi non erano stati inseriti nel bilancio 2020, come entrate della Tari pagate dalle famiglie. Una seduta calda quella di ieri non solo per il clima afoso ma per l’atmosfera che si è subito surriscaldata, portando più volte il presidente Bello ad intervenire.
«Gli aumenti della Tari sono nell’ordine dei 10 euro – ha spiegato Ilaria Bizzarri, assessore al Bilancio – poi se consideriamo il deliberato sbagliato dello scorso anno si arriva a 35 euro a famiglia.
Grave per l’assessore però non averlo riferito. La manovra approvata ieri in consiglio ha rimodulato la spartizione della spesa, portando la percentuale delle imprese dal 59% al 51% e per le famiglie da 41% a 45%. Al netto dell’ammanco gli aumenti sarebbero stati minimi. Tre persone che abitano in 70 metri quadri pagheranno quest’anno 191 euro rispetto ai 157 dello scorso anno. In realtà, se i conti fossero stati giusti, nel 2020 ne avrebbero pagati 181. Il consigliere Gennaro Campanile ha presentato un emendamento per fermare gli aumenti alle famiglie ma non è passato. «Quante persone passano in un baretto rispetto ad una casa dove vivono due persone? – l’intervento di Campanile – almeno 200 al giorno d’estate. Chi produce più rifiuti dovrebbe pagare di più, non è giusto l’aumento per le famiglie». Il consigliere Crivellini ha ricordando che il 60% dei rifiuti viene prodotto dalle famiglie inoltre le aliquote di alcune attività, tra cui bar e ristoranti, erano tra le più alte d’Italia.
«Sui rifiuti la politica della Provincia ha fallito dando il peggio di sé – ha aggiunto il sindaco Olivetti -, siamo fuori legge perché non facciamo bandi da circa dieci anni sul servizio di raccolta, con continue proroghe. Finalmente la linea di Senigallia è passata e l’Ata ha deciso di fare un bando». Fatta questa premessa il primo cittadino è intervenuto sulla possibilità che hanno le utenze non domestiche di affidarsi ai privati per i rifiuti da riciclare. «Una manovra che ci taglierà le gambe – ha detto – perché l’eccessivo ricorso al privato ci danneggerà. Insieme ad altri sindaci scriveremo al Governo. La norma va rivista». La seduta si è conclusa con alcune mozioni rinviate in commissione per l’approfondimento.
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Corriere Adriatico