Senigallia, può diventare cieco salvato dai medici della Caritas

Un intervento chirurgico
SENIGALLIA - Cieco da un occhio e con la vista annebbiata con l’altro torna a vedere grazie alla Caritas. Un piccolo miracolo quotidiano compiuto dai medici...

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SENIGALLIA - Cieco da un occhio e con la vista annebbiata con l’altro torna a vedere grazie alla Caritas. Un piccolo miracolo quotidiano compiuto dai medici dell’ambulatorio Paolo Simone, allestito all’interno della struttura di prima accoglienza, dove nei giorni scorsi si è presentato un uomo: un italiano di 50 anni, padre di famiglia. Si era separato e con il suo stipendio, dovendo pagare gli alimenti, non era più in grado di prendersi cura di se stesso. Aveva temporeggiato settimane e mesi prima di chiedere aiuto. Così il medico volontario di turno al quale si è presentato ha riscontrato una situazione molto compromessa: il signore che aveva di fronte era affetto da una grave e rara forma di maculopatia. Una malattia che se non curata avrebbe portato alla cecità. 

 
Il rischio 
Entrambi gli occhi di quell’uomo erano molto arrossati con un’infezione in corso: da uno non vedeva più, dall’altro poco e male. Un quadro clinico drammatico. Messo in contatto con l’ospedale, il cinquantenne è stato operato d’urgenza. Tuttavia non c’era certezza che tornasse a vedere. La professionalità dei volontari dell’ambulatorio, che hanno diagnosticato in fretta la malattia, e dell’equipe ospedaliera che l’ha operato, ha però scongiurato il peggio. Dopo diversi giorni è stato dimesso. Morale: la cecità s’è rivelata temporanea essendo intervenuti in tempo. L’uomo ha voluto festeggiare il ritorno della vista andando in spiaggia poi, prima di tornare a casa, è passato alla Caritas ed è entrato in quell’ambulatorio dov’era stato accolto in condizioni disperate. «Grazie a voi - ha detto - ho potuto rivedere di nuovo il mare». Una storia toccante che ha commosso i volontari. 

Lo spirito 

«La vicenda di questo signore rappresenta proprio lo spirito con cui è nato l’ambulatorio Paolo Simone - spiega Giovanni Bomprezzi, direttore della Fondazione Caritas - Uno spirito generato dalla consapevolezza che quando sopraggiungono grandi preoccupazioni, di natura economica o familiare, si tende a trascurare la propria salute». I primi disturbi di quel cinquantenne non erano da pronto soccorso: sarebbe stata sufficiente una visita oculistica. Passando per il pubblico sarebbero serviti mesi di attesa. Più veloce sarebbe stato rivolgersi a una struttura privata, ma a pagamento: non poteva permetterselo. Così, sapendo che la Caritas offriva questo genere di servizio e trovandosi in una condizione di indigenza, l’uomo ha deciso di chiedere aiuto in extremis. E ha trovato la risposta al suo problema. Tornando a guardare il suo amato mare e, con fiducia, la vita. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico