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ANCONA - Un ponte di Ferragosto da 32mila passeggeri in transito al porto di Ancona, oltre 20mila quelli attesi tra oggi e domani, contando i passeggeri dei traghetti e i crocieristi (circa 6mila, in gran parte stranieri) che oggi sbarcheranno dalla Msc Fantasia e domani dalla Marella Explorer 2. Un banco di prova importante per testare la ricettività nelle giornate clou dell’estate. Eppure la città risponde picche.
Tra oggi e domani, infatti, saranno veramente pochi i pubblici esercizi che rimarranno aperti lungo le vie del centro. I turisti che si avventureranno nel cuore della città potrebbero impattare in una visione da day-after. La gran parte dei ristoranti e dei bar esporranno il cartello chiuso per ferie.
La vocazione
Le attività aperte si conteranno sulle dita di una mano. Ma non si era detto tanto sulla vocazione turistica di Ancona, che andrebbe recuperata se non costruita da zero? Verba volant, a quanto pare. Perché alla prova del nove la realtà dei fatti è tutt’altra. «Ma non conviene stare aperti a ferragosto - afferma Giordano Andreatini, titolare della trattoria Clarice - in passato quando lo facevo me ne stavo con le mani in mano perché non c’era nessuno».
Le poche eccezioni
Chi, invece, ha deciso di rispondere presente alla chiamata ferragostana è uno sparuto gruppo di esercenti, tra cui: il Caffè Giuliani, il Liberty American bar, la Bitta e Manganelli al porto e i pub di piazza del Papa tranne il 31.12. Un po’ poco, onestamente, se non altro per restituire un biglietto da visita che mostri una città aperta e accogliente.
Sicuramente gli operatori avranno fatto i loro conti e, una volta tirate le somme, avranno visto che il gioco non valeva la candela. «Per noi è controproducente restare aperti a ferragosto - specifica Roberto Lausdei, titolare del Donegal pub - la tendenza generale è di riversarsi nelle località di mare. Non c’è motivo per stare in giro la sera ad Ancona». Dunque la gran parte degli operatori ne farebbe una questione di convenienza, che pare avere un peso nettamente maggiore rispetto al garantire un servizio ai turisti in città. E fuori dalla ristorazione saranno solo le grandi catene a tenere le porte aperte. «Fino al 18 agosto saremo in ferie - annuncia Giorgio Pavani, titolare della boutique d’abbigliamento Layline - perché a ferragosto gli anconetani sono tutti al mare». Essere, o non essere una città turistica. Questo è il dilemma.
Corriere Adriatico