Mole, persi due anni. Per finire il restyling ad Ancona serve un appalto-bis. Tempi lunghi per indire la gara

Ok all’accordo transattivo con la ditta che ha lasciato il cantiere a dicembre 2021

Mole, persi due anni. Per finire il restyling ad Ancona serve un appalto-bis
ANCONA Il restyling della Mole rischia di restare al palo ancora per molto tempo. È da due anni che il cantiere per il recupero delle ultime due ali dell’ex...

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ANCONA Il restyling della Mole rischia di restare al palo ancora per molto tempo. È da due anni che il cantiere per il recupero delle ultime due ali dell’ex lazzaretto, lato terra (B-C) e lato Porta Pia (C-D), è praticamente fermo. E lo sarà ancora per mesi, poiché il Comune dovrà procedere con l’iter per un nuovo affidamento dei lavori e completare un restauro che si è fermato, con la vecchia ditta, al 39%. Impresa a cui, il 20 maggio del 2022, è stato risolto il contratto per i ritardi accumulati e con cui il Comune ha deciso di stringere un accordo transattivo per far cadere le cause giudiziarie rimaste in piedi.

 

L’ufficialità

L’ok per stringere ufficialmente il patto, predisposto lo scorso agosto, è arrivato pochi giorni fa. La giunta Silvetti incasserà 1,2 milioni di euro (ne chiedeva 4,8) e poi, finalmente, potrà indire un nuovo appalto per terminare i lavori di recupero. I tempi si prospettano lunghissimi. Perché anzitutto la giunta dovrà approvare l’incameramento della somma, poi dovrà essere tirato in ballo il parere del revisione dei conti e infine si dovrà andare a toccare con mano il cantiere per una rivisitazione del progetto e un aggiornamento dei prezzi. Da ultimo, la gara d’appalto. Un percorso travagliato che allunga inevitabilmente un’odissea partita quasi sei anni fa. Era l’ottobre del 2018 quando il Comune affidava ad un’impresa di costruzioni con sede a Bolzano l’appalto da 5,6 milioni di euro per il restauro delle due ali, rimaste tuttora interdette e con all’interno il rimasuglio dei materiali da cantiere. L’intervento era finalizzato al recupero di spazi destinati ad attività espositive, laboratori, attività di formazione sul tema della materia e sua manipolazione (arte, artigianato, design), con locali di ristoro, biglietteria, shoop-room e laboratori didattici. Il verbale di consegna dei lavori è stato firmato il 31 gennaio del 2019. È intervenuto il Covid, quindi l’inflazione e l’aumento esponenziale dei prezzi. I costi sono ben presto schizzati a 6,3 milioni con il susseguirsi di quattro varianti.

Gli intoppi

I lavori si sarebbero dovuti chiudere in 720 giorni, ma la deadline del gennaio 2022 è stata posticipata al 24 maggio 2022 e, dopo ben 23 ordini di servizio, c’è stata l’amara sorpresa: il 20 dicembre 2021 la ditta ha abbandonato il cantiere, «senza alcun preavviso» diceva il Comune, comunicando poi di aver presentato un’istanza di concordato in bianco al tribunale fallimentare di Treviso, che il 4 gennaio 2022 ha autorizzato la sospensione dei lavori. Il 20 maggio 2022 è stato risolto il contratto. Ne è seguita una lunga querelle a colpi di carte bollate, con pretese risarcitorie da una parte e dall’altra, fino all’arrivo questa estate dell’accordo transattivo, ufficializzato pochi giorni prima di Natale. Si un tratta di una soluzione stragiudiziale per mettere fine alle querelle in essere e «che appare idonea a tutelare l’interesse pubblico» sosteneva il Comune quando aveva proposto l’accordo. Ora il Comune incasserà 1,2 milioni e potrà finalmente far ripartire l’iter, seppur lungo, per completare il restyling della Mole. Complessivamente, l’amministrazione avrà ancora a disposizione 4 milioni. I due lati del cantiere sono ancora inaccessibili. Dentro si possono ancora vedere i materiali lasciati dalla ditta. Nella revisione progettuale, il Comune dovrà anche valutare come impiegare gli spazi oggetto della riqualificazione: lasciare delle sale espositive, realizzare degli shoop-room come era nel progetto iniziale oppure dare dei contenuti diversi alle sale? Il futuro della Mole, almeno di una parte, sembra essere ad oggi un’incognita.

 

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Corriere Adriatico