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ANCONA - Dai mazzi di rose ai riti vodoo. Colpa di un’infatuazione nata su un lettino e finita in tribunale. Per quei massaggi avrebbe perso la testa la 50enne falconarese a processo per aver stalkerizzato il fisioterapista e la compagna di lui. Insieme l’accusano di aver trasformato la loro vita in un inferno nel 2017.
«E’ stata durissima, ci tormentava: sapeva tutto di noi, avevamo paura e io non riuscivo più a lavorare» ha ripetuto in aula il professionista mentre guardava l’imputata (difesa dagli avvocati Matteo Bettin e Alberto Bordoni) che nega tutto e parlerà nell’udienza dell’11 febbraio.
«Con lui c’era la donna che l’ha ingaggiato, erano insieme» sostiene l’accusa, basandosi su tabulati e celle telefoniche. Il sospetto, tutto da dimostrare, è che su commissione abbia anche appiccato l’incendio nella tenuta agricola, attorno alle 5 della stessa notte, ma qui l’unica prova è un’auto scura ripresa da una telecamera. Il motivo? Un’infatuazione morbosa, è convinto il fisioterapista, prima corteggiato con mazzi di fiori lasciati a casa o in auto, poi con decine di lettere anonime, dense di zizzania per allontanarlo dalla fidanzata, con foto che la ritraevano con altri uomini: «La vedi? E’ una poco di buono, non fa per te». E poi le missive di una presunta fattucchiera che, per le vittime, era sempre la stalker, con biancheria intima tagliuzzata e inquietanti croci rosse sugli indumenti della coppia, tipo riti vodoo, forse rubati dalla loro auto e spediti a casa.
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Corriere Adriatico