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ANCONA - Si è spento a 99 anni il Grande Ufficiale Massimo Pizzi, decano degli imprenditori anconetani anche se si è sempre definito un commerciante, innovatore, lavoratore instancabile, un vulcano di idee. Nel cuore aveva due città: Ancona e Parigi, capitale della moda, dove spesso si recava.
Terminata la seconda guerra mondiale, sfollato a Loreto, veniva nominato vice sindaco: andava tutti i giorni ad Ancona in bici per aprire Maxim, il suo negozio di abbigliamento in corso Garibaldi.
La carriera
Socio del club Lions (di cui è stato presidente) e del Panathlon, dopo il sisma del 1972, in qualità di vice presidente dell’Unione Commercianti, coniò lo slogan “Ancona non deve morire” per far sì che Prefettura e Genio civile si impegnassero a rendere agibili i piani terra degli edifici del centro, in modo da garantire la rinascita delle attività commerciali. Ha partecipato per oltre 50 anni alla vita sindacale come rappresentante della categoria del tessile, dell’abbigliamento e del commercio. È stato vice presidente dell’Ente Fiera di Ancona per 30 anni, fondatore dell’Azienda di Promozione Turistica, presidente del mercato ittico e membro della Camera di Commercio europea. È stato anche giudice tributario. Fu insignito dal presidente Leone dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica e nel 1973 di Grande Ufficiale, quindi dell’Aquila d’oro con diamante del Commercio. Da anni si era ritirato dall’attività commerciale, ma a Pesaro e Cesena esistono ancora negozi che portano il suo nome. I funerali di Pizzi che lascia i figli Aldo e Claudio, si terranno domani alle 15,30 nella chiesa del Sacro Cuore.
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Corriere Adriatico