Chalet distrutto dalle fiamme sul lungomare Ecco quel che rimane della struttura

MONTEMARCIANO - Divorato dalle fiamme lo Chateau Chateur, sul lungomare di Marina di Montemarciano. Lo stabilimento balneare, con annesso ristorante, aveva appena fatto la sua...

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MONTEMARCIANO - Divorato dalle fiamme lo Chateau Chateur, sul lungomare di Marina di Montemarciano. Lo stabilimento balneare, con annesso ristorante, aveva appena fatto la sua prima stagione. Tutti lo ricordano come ex Waikiki. La struttura si è trasformata in una palla di fuoco nel giro di pochi minuti. Una tempistica che potrebbe essere sospetta, tanto che non si esclude l’origine dolosa. I vigili del fuoco hanno lavorato a lungo per spegnere le fiamme e, una volta terminato il lavoro, dello chalet è rimasto solo lo scheletro. Una cortina di fumo si è alzata in fretta, ben visibile da Marzocca e dai quartieri a sud di Senigallia oltre che da Montemarciano. L’allarme è stato lanciato intorno alle 18,45. Sul posto sono arrivati 15 vigili del fuoco con quattro mezzi da Senigallia e Ancona, pattuglie dei carabinieri, della polizia locale e a scopo preventivo anche alcune ambulanze. Nessuno è rimasto intossicato. 


 

 

La struttura era chiusa da qualche settimana al termine della stagione estiva. «Mezz’ora prima ero qui e non c’era nessuno in giro – racconta un passante – anche nel locale non si notava nulla di strano». È accaduto tutto all’improvviso. Era buio, molto buio. Solo la luce del fuoco ha illuminato a giorno il lungomare. Il titolare dello chalet, un cittadino tunisino da tempo in Italia, è lo stesso proprietario dell’immobile che dalla scorsa estate ha ripreso anche in gestione. «Sono in ospedale a Jesi – racconta contattato telefonicamente – mi hanno avvisato. So solo che è andato tutto distrutto». Lo scorso marzo carabinieri e vigili del fuoco era intervenuti fuori dal suo chalet per una catasta di rifiuti che qualcuno aveva dato alle fiamme. Rifiuti non suoi, aveva riferito. L’incendio in effetti era risultato doloso. In quella circostanza aveva riferito di aver avuto delle discussioni. «Sì, qualcosa mi ricordo - aggiunge – però molto vagamente, poi ora non sto bene, ripeto sono in ospedale, e mi fa male anche la testa». Un episodio sicuramente di minore entità, quello avvenuto a marzo all’esterno del locale, che potrebbe non avere alcuna attinenza con quanto accaduto ieri. Saranno i carabinieri a stabilirlo nel corso delle indagini. 

Questa mattina i vigili del fuoco torneranno sul posto per effettuare un sopralluogo di giorno, in cerca di ulteriori elementi che possano fare chiarezza sulle cause del maxi incendio. Il locale era chiuso, difficile che possa essersi trattato di un corto circuito. I vigili del fuoco hanno lavorato a lungo. La guaina catramata del tetto poteva trattenere dei piccoli focolai che avrebbero potuto innescare un nuovo rogo. Hanno dovuto quindi compiere un lavoro certosino per rimuoverla e verificare che non vi fossero fiamme latenti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico