Il liberatore polacco Marian Bajda torna a Osimo 75 anni dopo la guerra

Il liberatore polacco Marian Bajda torna a Osimo 75 anni dopo la guerra
OSIMO - Aveva combattuto tra le forze Alleate nella guerra di Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. E dopo 75 anni da quell’esperienza che gli segnò la...

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OSIMO - Aveva combattuto tra le forze Alleate nella guerra di Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. E dopo 75 anni da quell’esperienza che gli segnò la vita, è tornato nelle Marche, ad Osimo, dove il suo esercito, quello polacco, venne impegnato in una delle battaglie più dure e sanguinose. Questa è la storia straordinaria di un reduce di guerra che a 95 anni è voluto tornare i quei luoghi dove perse tanti amici e dove insegui il sogno della libertà.

È la storia di Marian Bajda, polacco, ma residente negli Stati Uniti, a Cleveland, nell’Ohio. È ormai uno dei pochissimi soldati ancora in vita del glorioso Secondo Corpo Polacco.
  
Nel Dopoguerra, viste le macerie di una Europa folle, decise di trasferirsi in America. Suo figlio è stato per quattro anni docente universitario nelle Marche e durante quella esperienza conobbe da più vicino la storia della Liberazione dell’Italia e l’impegno dei polacchi nell’Anconetano. In particolare lesse alcuni libri che raccontano quelle storie di guerra scritti da Raimondo Orsetti, dirigente della Regione e già sindaco di Osimo negli anni Novanta. Al suo rientro a casa, a Cleveland, portò quei libri al padre, che rimase colpito dal ripercorrere vicende che lo videro in prima linea.
 
Così Marian si ripromise di tornare nelle Marche e conoscere l’autore di quei testi che tanto lo emozionarono. E l’occasione per rimettere piede a Osimo è stata lunedì sera. Marian era stato nei giorni scorsi a Cassino per la solenne celebrazione organizzata per ricordare i 75 anni dalla tragica battaglia del 18 maggio 1944, nella quale persero la vita migliaia di soldati polacchi. A ricordare la battaglia di Montecassino è stato anche il presidente Mattarella, affiancato nel cimitero polacco dalle massime autorità giunte dalla Polonia e dall’ambasciata polacca in Italia. Tra i pochi reduci presenti, c’era Marian, che ha approfittato del viaggio in Italia per fare poi visita a casa di Orsetti, dove ha cenato lunedì sera tra ricordi ed emozioni forti.
«È stato un graditissimo ospite. Non era più tornato in Italia da quando vi aveva combattuto, ben 74 anni fa. Lucidissimo, in gran forma, proveniva da Cassino dove ha partecipato alle solenne commemorazioni con il Presidente Mattarella» ha raccontato ieri Orsetti. Che poi rivela un aneddoto: «Si è presentato a casa stringendo un mazzetto di papaveri che ha donato a mia figlia, i papaveri rossi di Montecassino simbolo dell’eroismo e del sacrificio dei soldati polacchi sul suolo italiano, caduti per la nostra e per la vostra libertà come scolpito a caratteri cubitali al grande Cimitero di Montecassino dove riposano il generale Anders e i suoi soldati».
 

L’ex sindaco si è detto «felice e commosso per una visita inaspettata quanto gradita». Nei libri di storia si racconta che, secondo lo stesso generale polacco Anders, la battaglia che si svolse nelle campagne tra Osimo e Filottrano fu la più cruenta per l’esercito polacco dopo quella appunto di Montecassino. Ancora oggi resti di soldati polacchi sono deposti nel cimitero di San Paterniano di Osimo. Il professor Carlo Gobbi, memoria storica della zona, per anni ha sollecitato le istituzioni a realizzare un ossario più dignitoso dei sacchi nei quali, per 73 anni, sono stati conservati i resti di quelle vittime di guerra. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico