Le ordinanze e le richieste dei cittadini di Jesi: «In centro solo i cani dei residenti»

Le ordinanze e le richieste dei cittadini: «In centro solo i cani dei residenti»
JESI - Un centro storico vietato ai cani dei non residenti? Con tanto di “pass canino” - sulla falsa riga del permesso auto - per i quattro zampe dotati non tanto di...

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JESI - Un centro storico vietato ai cani dei non residenti? Con tanto di “pass canino” - sulla falsa riga del permesso auto - per i quattro zampe dotati non tanto di pedigree quanto piuttosto di regolare cuccia all’interno delle mura? E’ una delle idee emerse dal pubblico partecipante, nella sala di via San Francesco, all’incontro organizzato dall’amministrazione per fare il punto, con possessori di cani e non, ad un anno e mezzo dall’ordinanza e controlli sulla corretta gestione degli animali.


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Ad avanzare l’ipotesi l’ex assessore Mario Bucci, presente in platea a titolo personale, ma anche Massimiliano Lucaboni, già candidato sindaco e molto attivo sul tema, oltre che critico nei confronti di iniziative e sanzioni avviate in questi mesi dal Comune. E d’altro canto dal palco dei relatori l’assessora all’ambiente Cinzia Napolitano, in un clima spesso pepato, ha ricordato come uno dei problemi più segnalati, all’origine dei controlli, sia proprio il rapporto fra animali e centro storico con le deiezioni, solide e liquide, a imbrattarne salotto buono e vetrine. Di qui, l’idea: se in quasi tutte le altre zone della città non mancano spazi verdi per gli animali, perché non valutare per il centro che ne è carente l’idea di tenerne almeno fuori i cani di chi non è residente? Aperto dalla relazione del comandante della Polizia Locale Cristian Lupidi su norme da rispettare e numeri dell’attività di controllo, l’incontro ha visto la partecipazione del veterinario Stefano Giardinieri, dell’addestratore cinofilo Daniele Barbanera e delle Guardie Zoofile di Legambiente. Due, da parte dei possessori di cani, i temi principali portati all’attenzione. Il primo, l’obbligo di portare con sé dell’acqua per pulire via la pipì dell’animale.


«Servono fontanelle pubbliche diffuse e funzionanti, oltre che cestini dove buttare le deiezioni raccolte - hanno spiegato - chi ha cani di taglia grande dovrebbe avere appresso quantità di acqua spropositate per evitare le sanzioni». Secondo problema, la carenza di aree attrezzate per la sgambatura. «In quella verde del Cardinaletti, indicata come area per cani, non ci sono recinzioni né attrezzature - hanno spiegato i proprietari - col risultato che ci siamo trovati a dover fare i conti con le polpette avvelenate lasciate da ignoti». Ha replicato l’assessora Napolitano: «La segnalazione di area per cani al Cardinaletti andrà tolta, dato che quella ora non può essere considerata tale. C’è il progetto per sistemarla, come ce ne sono per altre zone. Ma occorre fronteggiare molto spesso le contrarietà dei residenti e, dato che il Comune non può occuparsene direttamente, individuare prima persone e modalità per la gestione». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico