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JESI - «Sulla situazione al pronto soccorso del Carlo Urbani ci siamo subito preoccupati. Ne ho parlato con l’assessore regionale alla sanità Saltamartini, che mi ha dato rassicurazioni: la questione è seguita e monitorata, la direttrice generale dell’Asur Storti è stata immediatamente coinvolta e si stanno mettendo in atto i primi interventi per ridurre criticità che, purtroppo, sono diffuse non solo a Jesi e non solo in Area Vasta 2». Così il sindaco Massimo Bacci, dopo quanto emerso negli ultimi giorni dalla “prima linea” del pronto soccorso.
Un tema sul quale l’opposizione in Consiglio regionale chiama il presidente Acquaroli e l’assessore Saltamartini a dare risposte. Di «pronto soccorso dell’Urbani nel caos» parla il capogruppo Pd Maurizio Mangialardi, facendo cenno ad una «condizione di estremo disagio, simile a quella di altri ospedali provinciali ma che a Jesi sta ormai assumendo un carattere esplosivo a causa del sempre più diffuso dirottamento verso il nosocomio cittadino di tutte le chiamate di emergenza che giungono alla centrale operativa del 118 di Torrette dai comuni della Vallesina, del fabrianese e perfino del senigalliese, territori le cui strutture sanitarie risultano a loro volta duramente provate dalla politica sanitaria regionale degli ultimi due anni».
Per Mangialardi è «evidente che alla disastrosa situazione dei Pronto soccorso concorre l’assenza di indirizzi da parte del presidente e dell’assessore, che si riflette soprattutto sugli ospedali della provincia di Ancona, sempre più penalizzati dagli squilibri territoriali alimentati dalla politica sanitaria della giunta Acquaroli».
Sul punto, il sindaco Bacci dice: «Come sempre abbiamo fatto in questi dieci anni di amministrazione, abbiamo preso contatto e ci siamo confrontati in merito con chi ha la responsabilità politica di gestire la sanità regionale. L’assessore Saltamartini negli ultimi giorni ha già effettuato due sopralluoghi all’Urbani per prendere personalmente visione della situazione. E ha coinvolto sia la direttrice generale dell’Asur Nadia Storti sia il direttore dell’Ars Armando Gozzini. Sono già state svolte, insieme agli operatori sanitari impegnati sul campo, delle verifiche sulle criticità emerse e sulle possibilità di intervenire. E i primi accorgimenti organizzativi sono già stati messi in atto, contando di iniziare a ridurre i disagi». Conclude Bacci: «Una realtà, quella delle difficoltà in particolare per ciò che riguarda la medicina d’emergenza, che non si verifica solo a Jesi, struttura che peraltro ancora si confronta con l’impegno anti-pandemia, ma anche altrove in maniera diffusa».
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Corriere Adriatico