Jesi, liste d'attesa interminabili La risonanza urgente in stand by

Jesi, liste d'attesa interminabili La risonanza urgente in stand by
JESI - Nemmeno l'urgenza di un potenziale tumore riesce a superare...

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JESI - Nemmeno l'urgenza di un potenziale tumore riesce a superare l'insormontabile scoglio delle liste d'attesa. Di nuovo un caso paradossale per la sanità cittadina. A darne notizia è Pasquale Liguori del Tribunale per i diritti del malato. «Una paziente - racconta Liguori - si è rivolta a noi con in mano la richiesta di prestazione urgente prescritta dal suo medico. Si è recata pertanto al Cup per prenotare una risonanza all'encefalo, necessaria ad accertare la benignità o meno di un meningioma, diagnosticato in precedenza da una Tac. Ebbene, ciò è accaduto il 7 dicembre scorso, ma la donna è ancora in attesa di essere chiamata». Ovviamente, la paziente si è mossa per conto proprio, non avendo alternative. «Giustamente preoccupata dall'esito della Tac, non avendo ricevuto alcun riscontro - specifica sempre il Tribunale per i Diritti del Malato - la donna ha fatto l'esame presso una struttura dell'Emilia Romagna, ove l'ha eseguita entro 48 ore dalla richiesta, pagando solo il ticket. Ora noi ci domandiamo se è mai possibile che la nostra regione scrive le regole per la prenotazione degli esami diagnostici (ricetta con dicitura urgente da fare entro 72 ore, breve, differibile, programmabile) e poi, puntualmente, disattende a queste stesse regole, costringendo gli utenti a rivolgersi ad altre strutture fuori regione o, peggio ancora, al privato. Tutto ciò non è più tollerabile e invitiamo i cittadini a rivolgersi a noi ogni qualvolta le regole non vengano rispettate». Liguori chiederà quindi all'Asur «di far eseguire l'esame in libera professione, rimborsando al paziente la differenza tra l'importo del ticket e quello pagato in intramoenia nel rispetto delle regole». Ma la precisazione è d'obbligo. «Nulla si può imputare agli operatori della Radiologia, che quotidianamente si trovano a fronteggiare casi del genere con risorse sempre più ridotte e con afflussi sempre maggiori, con liste di attesa sempre più lunghe e con la responsabilità di dire al paziente che la richiesta del medico non può essere considerata urgente», rimarca il Tribunale per i Diritti del Malato. Non manca la stoccata all'azienda sanitaria, con riferimento a un recente convegno pubblico riguardante le eccellenze ospedaliere.

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Corriere Adriatico