JESI - Un gelido rientro, quello che hanno vissuto i dipendenti del Centro per l’impiego e la formazione di viale del Lavoro 32. Speravano che a seguito delle numerose...
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I venti dipendenti del Centro per l’Impiego - e ovviamente anche gli utenti che si rivolgono al servizio - sono al freddo da un mese. Ora la situazione è più difficile per via delle temperature gelide. «Ma non è solo il freddo a farci arrabbiare», precisano i dipendenti, che ieri mattina hanno condiviso i locali con lunghe file di formiche che salivano su una colonna all’ingresso degli uffici, cercando riparo dalle temperature esterne. Oltre al danno la beffa. La sede di viale del Lavoro è un edificio molto alto e già difficile da riscaldare in condizioni di normalità. Figurarsi con l’impianto rotto da un mese e le stanze sempre gelide. «Lo abbiamo più volte segnalato alla Regione, che ne ha assunto le deleghe nel 2018 dalla Provincia (dalle quale il centro dipendeva fino a quella data, ndr) - aggiungono i dipendenti - ma non si è risolto praticamente nulla. E noi continuiamo a restare al freddo, costretti a lavorare in condizioni molto difficili e a far stare al freddo anche le persone che si rivolgono al nostro ufficio».
Imbacuccati e arrangiati alla meno peggio per contrastare le rigide temperature di questi giorni, i dipendenti si stanno ammalando uno dietro l’altro. Perché poi non tutti possono chiudere le porte e accendere un calorifero: vi sono postazioni situate lungo il corridoio, che sono maggiormente esposte al freddo e agli spifferi. «Non possiamo andare avanti così per molto, i rigori dell’inverno ci stanno mettendo a dura prova, serve un intervento urgente di riparazione della caldaia - commentano infine i dipendenti – oltretutto si preannuncia una settimana di temperature al di sotto e intorno allo zero, per cui neanche il meteo sarà clemente. Non è solo per noi, ma anche per l’utenza che si rivolge ai nostri sportelli».
La sede che ospita il Centro per l’impiego e la formazione oltretutto doveva essere spostata nella palazzina di fianco già da qualche tempo, ma al momento il progetto è rimasto in sospeso e nessuno ne parla più. Anche questo clima di incertezza contribuisce al disagio che stanno vivendo i dipendenti da settimane. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico