SENIGALLIA - Esercente costretto a barricarsi nel bar, rimandando di due ore l’apertura, per paura dei teppisti sbronzi di rientro dalla discoteca. Accade in...
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«Una volta sono entrati, hanno rubato tutto ciò che sono riusciti a portarsi via e mi hanno buttato tutto per aria – spiega – così la volta successiva mi sono chiuso dentro. Hanno sfondato la porta. Un’altra volta ancora, visto che non aprivo, mi hanno insultato e minacciato da fuori per poi lanciare la mia bici in mezzo alla strada, danneggiandola. Devo venire alle 6 per i fornitori ma prima delle 8 non posso aprire. Chiedo solo di poter lavorare». L’esercente ha manifestato il suo disagio al sindaco dopo aver chiesto aiuto anche alla polizia e ai carabinieri. Il più delle volte quando le forze dell’ordine arrivano i teppisti sono già scappati. Dovendo attendere alcune ore, prima di tornare a casa con il treno, girano per la città. Dalla stazione, dove la navetta li scarica, possono raggiungere a piedi il lungomare e il centro storico. «Non è giusto che sia costretto a lasciare fuori i clienti per la paura di tenere aperto – prosegue – devo starmene barricato con il terrore che riescano di nuovo a sfondare la porta. So che anche altri colleghi hanno deciso di aprire direttamente alle 8 per non avere problemi. Ma è giusto che noi onesti lavoratori dobbiamo sottostare al far west che queste persone ci impongono? E’ giusto che si sappia ciò che avviene mentre la maggior parte della gente dorme e di cui solo in pochi si accorgono». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico