Tremano altri 20. In un biglietto la lista dei no vax. Si allunga l’elenco di chi ha pagato pur di ottenere il certificato verde

ANCONA - Le 50 misure cautelari firmate dal gip potrebbero solamente rappresentare la punta dell’iceberg dell’inchiesta Euro Green Pass. Sarebbero una ventina infatti...

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ANCONA - Le 50 misure cautelari firmate dal gip potrebbero solamente rappresentare la punta dell’iceberg dell’inchiesta Euro Green Pass. Sarebbero una ventina infatti le persone indagate a piede libero, non colpite – almeno per ora – da alcuna misura cautelare. Tra queste, risulta esserci Liana Spazzafumo, dirigente dell’Agenzia Regionale Sanitaria. Nella lista non comparirebbero altri dipendenti o dirigenti del comparto sanitario. Il nucleo sarebbe composto principalmente da ulteriori clienti della compagine guidata dall’infermiere Emanuele Luchetti. 

 

 


Gli altri nei guai
Alcuni utenti no vax, almeno undici, sono ancora in via di identificazione da parte degli agenti della Squadra Mobile. Alcuni, al di fuori del gruppo degli undici, avrebbero raggiunto il Paolinelli in un periodo anteriore al primo dicembre, data di inizio delle indagini, e successivo al 18 dello stesso mese, data delle ultime certificazioni accertate. A farlo supporre è il sequestro di un bigliettino redatto dall’infermiere per le operazioni vaccinali del 23 dicembre e recuperato dal medico detective Carlo Miglietta. Per gli inquirenti, come scritto nell’ordinanza, l’antivigilia di Natale «si sono ripetute analoghe fattispecie, a dimostrazione dell’attualità delle condotte e della reiterazione dei reati in oggetto». Il sospetto è che le finte vaccinazioni siano iniziate prima del periodo monitorato dagli investigatori, tanto che Luchetti viene intercettato mentre dice al dottore denunciante: «No, non siamo partiti adesso, in questo discorso qui». E ancora: «Ma guarda, non era quelle cifre lì, era de 50». I prezzi sarebbero lievitati poi nel periodo monitorato tra i 300 e i 450 euro.


I mediatori


Gli investigatori sono anche a caccia di altri presunti intermediari. Il 18 dicembre scorso, Luchetti si faceva scappare queste parole con il medico che credeva essere suo complice: «C’è una di Fabriano, che è la stessa che ne ha portati due su oggi, che è in attesa di portarne altri quattro». Incalzando: «Comunque le fonti sono diverse, adesso man mano andiamo avanti». A inizio del scorso mese, l’infermiere – in merito a un presunto canale – aveva anche accennato a un ex primario. Ulteriori riscontri si potranno avere dall’analisi dei dispositivi informatici (almeno una quarantina) sequestrati a buona parte degli indagati. Dovranno essere scandagliati dall’analista forense Luca Russo. Domani è previsto l’interrogatorio di garanzia dell’infermiere, il 17 quelli dei 4 presunti procacciatori finiti ai domiciliari. Tra questi, l’avvocato Gabriele Galeazzi, per il quale ieri il Consiglio di Disciplina dell’Ordine forense ha avviato un procedimento disciplinare. 

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Corriere Adriatico