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GENGA - Mettere in sicurezza l’area del viadotto Mariani, a Valtreara di Genga, con la rimozione urgente, dei nuovi quatto fusti di cromo esavalente ritrovati (dieci in tre anni e mezzo), poi nuovo studio del terreno e bonifica ulteriore. Servirà tempo, forse qualche anno, ma finchè l’area non verrà ripulita a dovere e ci saranno tracce di questa sostanza altamente tossica per l’uomo e per l’ambiente, non potranno ripartire e concludersi i lavori di raddoppio della SS 76 tra Fabriano e Serra San Quirico.
Intanto si pianificano le tappe.
La prima fase è la più urgente. «È la messa in sicurezza, la fase emergenziale, a ridosso del vecchio cantiere degli anni ‘70, poi serviranno indagini con un allargamento del raggio d’azione per evitare nuovi colpi di scena e la bonifica. Sicuramente – prosegue il primo cittadino – di veloce c’è la messa in sicurezza. Bisogna evitare che quanto ritrovato possa inquinare ulteriormente. I quattro fusti di cromo esavalente vanno rimossi subito per evitare percolazione nel terreno sottostante. Non si sa quando verrà ultimato il viadotto».
Intanto i piezometri, a 9 metri di profondità, continuano a monitorare. Non è chiaro quando ripartiranno i lavori e verrà completata la Statale76, diventata ormai simbolo degli imprevisti, dietro l’angolo, che posticipano l’arrivo al traguardo. Sicuramente potrebbero servire alcuni anni, con i pendolari costretti ad arrendersi a deviazioni e rallentamenti. «Noi come Comune di Genga – conclude il sindaco – monitoriamo la fase di messa in sicurezza che partirà quanto prima. Poi, alla luce delle indagini, approveremo il nuovo piano di caratterizzazione. Speriamo bene».
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Corriere Adriatico