Statale a ostacoli, servirà un milione per rimuovere gli ultimi fusti nocivi

Statale a ostacoli, servirà un milione per rimuovere gli ultimi fusti nocivi
Statale a ostacoli, servirà un milione per rimuovere gli ultimi fusti nocivi
di Marco Antonini
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Giovedì 4 Novembre 2021, 09:48

GENGA  - Mettere in sicurezza l’area del viadotto Mariani, a Valtreara di Genga, con la rimozione urgente, dei nuovi quatto fusti di cromo esavalente ritrovati (dieci in tre anni e mezzo), poi nuovo studio del terreno e bonifica ulteriore. Servirà tempo, forse qualche anno, ma finchè l’area non verrà ripulita a dovere e ci saranno tracce di questa sostanza altamente tossica per l’uomo e per l’ambiente, non potranno ripartire e concludersi i lavori di raddoppio della SS 76 tra Fabriano e Serra San Quirico. 
 
Intanto si pianificano le tappe. La prima, quella per rimuovere quanto rinvenuto la settimana scorsa, potrebbe arrivare a costare anche un milione di euro. È l’esito dell’incontro di ieri mattina a Genga per fare il punto della situazione che blocca il raddoppio della direttrice Ancona-Perugia all’altezza del viadotto Mariani. Per circa un chilometro, infatti, bisognerà attendere ancora molto per viaggiare su quattro corsie perché il completamento del viadotto non potrà riprendere (è bloccato da aprile 2018) fin quando non sarà ultimata la nuova bonifica. Ieri il secondo vertice nell’arco di una settimana. A Genga si sono ritrovati il sindaco, Marco Filipponi, l’assessore regionale Francesco Baldelli, provincia, Arpam, contraente generale Astaldi e Quadrilatero. «Si apre un nuovo scenario, purtroppo.

Bisogna necessariamente rimuovere i fusti – dichiara il sindaco di Genga, Marco Filipponi – e sarà un intervento che costerà tra gli 800mila e il milione di euro, salvo ulteriori necessità. Poi bisognerà fare nuovo piano di caratterizzazione».

La prima fase è la più urgente. «È la messa in sicurezza, la fase emergenziale, a ridosso del vecchio cantiere degli anni ‘70, poi serviranno indagini con un allargamento del raggio d’azione per evitare nuovi colpi di scena e la bonifica. Sicuramente – prosegue il primo cittadino – di veloce c’è la messa in sicurezza. Bisogna evitare che quanto ritrovato possa inquinare ulteriormente. I quattro fusti di cromo esavalente vanno rimossi subito per evitare percolazione nel terreno sottostante. Non si sa quando verrà ultimato il viadotto». 


Intanto i piezometri, a 9 metri di profondità, continuano a monitorare. Non è chiaro quando ripartiranno i lavori e verrà completata la Statale76, diventata ormai simbolo degli imprevisti, dietro l’angolo, che posticipano l’arrivo al traguardo. Sicuramente potrebbero servire alcuni anni, con i pendolari costretti ad arrendersi a deviazioni e rallentamenti. «Noi come Comune di Genga – conclude il sindaco – monitoriamo la fase di messa in sicurezza che partirà quanto prima. Poi, alla luce delle indagini, approveremo il nuovo piano di caratterizzazione. Speriamo bene».

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