Contratto revocato al dirigente: il motivo dell’addio resta segreto

Contratto revocato al dirigente: il motivo dell’addio resta segreto
FABRIANO  - Dopo la revoca del contratto al dirigente comunale “Assetto del territorio”, Vincenzo Capalbo, con decreto del sindaco Santarelli, l’allegato...

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FABRIANO  - Dopo la revoca del contratto al dirigente comunale “Assetto del territorio”, Vincenzo Capalbo, con decreto del sindaco Santarelli, l’allegato con le motivazioni resta riservato.

 

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Andrea Giombi (Fabriano Progressista) ha presentato due volte domanda per accesso agli atti per capire le motivazioni che hanno portato la Giunta a prendere questa decisione. La segretaria generale, Vania Ceccarani, ha respinto la richiesta in entrambe le occasioni. «In risposta alla sua diffida – si legge nella risposta firmata martedì dalla segretaria – ribadisco le motivazioni contenute nella precedente risposta del 30 settembre dove avevo chiaramente argomentato quali sono le motivazioni che mi hanno condotto alla decisione di diniego. Tali motivazioni scaturiscono solo ed esclusivamente dalla valutazione della sussistenza di un diritto alla riservatezza da parte del destinatario del provvedimento. Non ritengo di aver commesso alcuna violazione». Giombi si dice pronto a rivolgersi alla Prefettura, alla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e anche al Tar.

 

«Il secondo diniego di accesso agli atti è gravissimo – dice Giombi - Questo diritto è di carattere pubblico ed è connaturato al mandato di interesse pubblicistico rivestito da ogni consigliere. Reputo illegittimo l’atto di diniego. Con Balducci del Pd ci rivolgeremo alle autorità competenti per tutelare le prerogative dei consiglieri». Sulla vicenda è intervenuto l’ex sindaco, Roberto Sorci. «Perseverare è diabolico. Si nega – denuncia - un diritto stabilito dalla legge: l’accesso ad un atto amministrativo già concluso e pubblicato solo parzialmente all’albo pretorio. E’ una storia imbarazzante e pericolosa per il sindaco a cui hanno fatto firmare un atto, in cui non si evidenzia nessun parere in merito, nè del dirigente del personale, nè dell’avvocatura, lasciando a lui tutte le responsabilità nel caso in cui la vicenda si metta male». Il giallo del titolo di studio messo nel curriculum, quindi, prosegue e non sono escluse nuove puntate e il ricorso del dirigente.

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Corriere Adriatico