Addio al dirigente comunale: braccio di ferro sui documenti

Addio al dirigente comunale: braccio di ferro sui documenti
FABRIANO  - Dopo la revoca del contratto al dirigente comunale “Assetto del territorio”, Vincenzo Capalbo, con decreto del sindaco, si innesca il dibattito...

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FABRIANO  - Dopo la revoca del contratto al dirigente comunale “Assetto del territorio”, Vincenzo Capalbo, con decreto del sindaco, si innesca il dibattito politico tanto che i consiglieri Balducci (Pd) e Giombi (Fabriano Progressista) hanno fatto domanda per accesso agli atti per capire le motivazioni che hanno portato la giunta a prendere questa decisione.


 
Di ieri la notizia, pubblicata dall’ex sindaco, Roberto Sorci, sui social, che la segretaria generale, Vania Ceccarani, ha respinto la richiesta. «Le medesime esigenze di tutela della riservatezza del destinatario del provvedimento – si legge nella missiva – che hanno fondato l’esigenza di escludere dalla pubblicazione on line dell’allegato (con le motivazioni), non consentono l’esercizio del diritto di accesso al consigliere». Nella lettera inviata al consigliere Andrea Giombi si parla di «tutela e protezione della riservatezza di terzi». Telegrafico il commento di Giombi: «Ritengo che questo fatto violi le prerogative ed i diritti del consigliere. Il Comune non può essere opaco, ma trasparente». 

Mette benzina sul fuoco l’ex sindaco, Roberto Sorci. «Credo che in Comune a Fabriano circoli qualcosa che non faccia usare il buon senso e soprattutto la testa». In primo piano un allegato non pubblicato nell’albo pretorio con la determina relativa all’interruzione del rapporto professionale con il dirigente Capalbo. «Il segretario comunale – dice Sorci - sostiene che un consigliere non ha diritto ai documenti richiesti per garantire la privacy. Giustificazione inesatta e fuori da ogni logica. Per legge il consigliere comunale ha diritto ad accedere a tutti gli atti “definiti” e se si tratta di atti riservati è tenuto al segreto, come suo dovere, finché la pratica non risulta definita. Vorrei ricordare agli amministratori che il Comune di Fabriano ha già perso una causa al Consiglio di Stato negli anni ‘90 per un diniego all’accesso agli atti sulle concessioni edilizie». Secondo l’ex sindaco «non esiste nessun motivo per cui l’allegato “della discordia” non sia pubblicato nell’albo insieme alla delibera già presente». 


Anche l’ex sindaco, Giancarlo Sagramola, dice la sua: «Il consigliere è responsabile penalmente e civilmente dell’uso che ne fa, ma ha diritto ad avere ogni atto prodotto dall’Amministrazione a conclusione del procedimento». Al decreto del sindaco è stato allegato un documento riservato «nel quale sono esplicitate le motivazioni che fondano la revisione del provvedimento sindacale di conferimento dell’incarico dirigenziale, dal momento che la conoscenza sopravvenuta di determinati fatti induce ad una nuova valutazione dell’interesse pubblico a tutela del Comune».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico