Smantellato un reparto Covid ma l’allarme continua. Ieri però altri sei casi sospetti al pronto soccorso

L'ospedale di Senigallia
SENIGALLIA  - Smantellato il primo dei tre reparti Covid nell’ospedale cittadino ma il pronto soccorso soffre ancora. Nel weekend si è registrata...

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SENIGALLIA  - Smantellato il primo dei tre reparti Covid nell’ospedale cittadino ma il pronto soccorso soffre ancora. Nel weekend si è registrata un’impennata di ingressi, con sei codici rossi in contemporanea proprio ieri. Tutti sospetti Covid in attesa dell’esito del tampone. Nonostante ci sia stato un leggero aumento di ricoveri, assorbiti comunque dal pronto soccorso, sabato come da programma sono iniziate le operazioni di smantellamento del reparto Covid allestito nella Chirurgia Generale, comprese le sale operatorie che erano state trasformate in terapie intensive. Non servono più. Il reparto di Rianimazione è ormai sufficiente e non ha bisogno di posti aggiuntivi per gli intubati, che riesce a gestire da sola. 


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Oggi parte la sanificazione necessaria per far tornare in funzione la Chirurgia. Intanto negli ospedali di tutta la regione e non solo si aggirano instancabili i manutentori. Figure professionali indispensabili perché, a tutte le ore, corrono in aiuto dei sanitari per riparare i macchinari. L’eccessiva usura crea spesso problemi che il personale della Tecnomedical di Senigallia risolve in tempi record. L’azienda si occupa di vendita di apparecchiature elettromedicali e servizio di assistenza. In questi giorni di emergenza il reparto tecnico ha dovuto far fronte ad una maggiore richiesta di apparecchiature radiologiche, ecografiche e sistemi di monitoraggio oltre che ad un aumento di chiamate per l’assistenza tecnica.

«Stiamo cercando di rispondere a tutti, fornendo le apparecchiature radiologiche agli ospedali dedicati al Covid che le richiedono, nel più breve tempo possibile – spiega Vincenzo Marchetti, responsabile commerciale -. In più continuiamo il servizio di assistenza tecnica recandoci con la massima velocità nei reparti più caldi di tutte le Marche e l’Abruzzo per risolvere guasti e malfunzionamenti, perché molto spesso nei momenti di maggior carico di lavoro le attrezzature possono rompersi». E’ un rischio per loro entrare nei reparti con pazienti positivi, seppure protetti dai dispositivi, ma il loro lavoro è indispensabile per la diagnosi e il monitoraggio del Coronavirus. «I nostri dipendenti hanno dimostrato coraggio e grande spirito combattente - dice Cristina Ferroni, amministratore unico dell’azienda -. Nonostante la paura del contagio per se stessi e per le proprie famiglie sono tutti al lavoro per fare la propria parte e combattere questo nemico invisibile, a fianco di chi è in prima linea come medici e personale sanitario».


Nel frattempo in ospedale continuano ad arrivare donazioni anche di apparecchiature. «La Fiorini International, che ringrazio, ci ha donato un ventilatore a turbina, tecnologicamente dei più avanzati – spiega il dottore Andrea Ansuini, responsabile della Rianimazione -, un apparecchio per noi utilissimo di cui abbiamo avuto ed avremo necessità assoluta anche in futuro. Ci ha regalato anche un frigorifero, che arriverà a giorni, per la conservazione di farmaci dotato di un monitoraggio continuo della temperatura».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico