Rabini: «Nelle festività chiudete i supermercati e i negozi»

Lorenzo Rabini
CAMERANO  - Supermercati e negozi alimentari aperti anche nel weekend di Pasqua, il 25 aprile, il primo maggio e la domenica. Se in diversi comuni marchigiani ci sono...

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CAMERANO  - Supermercati e negozi alimentari aperti anche nel weekend di Pasqua, il 25 aprile, il primo maggio e la domenica. Se in diversi comuni marchigiani ci sono attività che hanno optato per l’orario ridotto e avvisato la clientela della chiusura festiva, più in generale ogni singola iniziativa è lasciata al libero mercato in assenza di una diversa e uniformante disposizione da parte della Regione. Da qui l’appello rivolto al presidente delle Marche dal portavoce provinciale di Fratelli d’Italia, Lorenzo Rabini, affinché emani subito un’ordinanza per chiudere i negozi alimentari nelle festività, come è stato fatto in altre regioni d’Italia.


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«Sollecito il governatore Luca Ceriscioli ad una seria riflessione sulle disposizioni governative che hanno dato ai presidenti libera scelta circa gli orari e le aperture dei supermercati e di tutte quelle attività che hanno in vendita generi alimentari. Molte Regioni – spiega Rabini - hanno deciso di far abbassare le serrande nei giorni in cui ci sono ricorrenze particolari come appunto il periodo pasquale, il 25 aprile, il primo maggio e le domeniche. Questo per dare un po’ di respiro alle centinaia di persone che tutti i giorni stanno a contatto per lavoro con moltissima gente, rischiando le stesse conseguenze di tante altre categorie di lavoratori purtroppo molto esposte al rischio di contagio».


Lo scenario nel settore alimentare è quello di un aumento della clientela, in alcuni casi raddoppiata, anche a seguito della chiusura di mense e ristoranti. Il che si traduce in carichi di lavoro ulteriore anche per seguire le misure di sicurezza anti-coronavirus. «Con la chiusura di questi esercizi commerciali – conclude il portavoce per la provincia di Ancona di FdI – non soltanto si ridurrebbero le possibilità di rischio sanitario» ma verrebbe posta attenzione ad «un aspetto di carattere sociale e comunitario molto importante: lasciare queste giornate particolari agli affetti familiari del personale coinvolto. Un modo molto bello di far passare loro le festività con le persone più care». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico