Cornetto, cappuccino e cocaina Il barista arrestato per spaccio

Cornetto, cappuccino e cocaina Il barista arrestato per spaccio
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ANCONA È stato un via vai sospetto all’interno del bar a mettere sulla giusta pista gli investigatori. C’era chi entrava per consumare un semplice cappuccino, ma chi si fermava anche oltre la colazione, pretendendo dosi di cocaina pagate tra gli 80 e i 100 euro al grammo. La polvere bianca è stata trovata dagli agenti della sezione Narcotici della Squadra Mobile proprio dentro il locale, situato in zona Baraccola. Più precisamente, era nascosta in un borsello tenuto accanto alla cassa di proprietà del titolare, un anconetano di 39 anni (C. I. le iniziali) già conosciuto dalle forze dell’ordine per reati legati allo spaccio e alla truffa. Una decina di anni fa gli avevano trovato oltre un chilo di hashish. Venerdì mattina, gli agenti gli hanno portato via dal bar che gestisce quasi 23 grammi di cocaina.


È finito in arresto, ma ieri mattina il giudice lo ha rimesso in libertà con l’obbligo di firma in questura. Il processo inizierà il 21 gennaio. Gli investigatori sono risaliti al 39enne nell’ambito di una accurata attività info-investigativa volta a contrastare lo spaccio di droga all’interno dei locali pubblici. È dentro il bar che, secondo i sospetti degli inquirenti, l’uomo aveva intrapreso l’attività illecita per godersi uno stile di vita sopra gli standard. Quando è stato effettuato il blitz, coordinato dal vice questore Carlo Pinto e dal funzionario Giorgio Stizza, il locale era aperto. Gli agenti hanno perquisito ogni angolo dell’esercizio commerciale. Non hanno dovuto cercare molto.


La droga era a portata di mano, a pochi centimetri dalla cassa. Sono stati rinvenuti 22,69 grammi di cocaina pronta per essere tagliata e confezionata in dosi. La Narcotici ha anche messo sotto sequestro 250 euro, soldi derivati – secondo l’accusa – dallo spaccio. Nel bar sono stati scovati un bilancino di precisione e altri strumenti per preparare la droga. La perquisizione è stata estesa anche all’abitazione del 39enne, a Posatora. Ha dato esito negativo. In attesa della direttissima, l’uomo ha passato una notte ai domiciliari. Ieri, il giudice ha convalidato l’arresto e disposto l’obbligo di firma fino al processo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico