CORINALDO - Un mese fa il buio, la paura e il dolore piombavano su Corinaldo, teatro di una tragedia che ha portato con sé un’ottantina di feriti e sei morti, tutti...
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Nel marasma di dubbi e ombre, la procura potrebbe affidarsi anche alla tecnologia per cristallizzare quanto avvenuto l’8 dicembre. Gli investigatori stanno valutando di ricostruire parte della serata, dalla baraonda generale fino al crollo della balaustra, con una simulazione virtuale in 3D eseguita al computer. Per ricostruire la tragedia la magistratura dovrà affidarsi alle testimonianze dei presenti, ma anche alle foto e ai video amatoriali girati quella terribile notte all’interno della discoteca, sprovvista di telecamere.
La ricostruzione tridimensionale – sempre nel caso dovesse essere fatta – avverrà quando almeno una prima parte dell’iter investigativo sarà concluso. Già questa mattina, le indagini potranno trovare delle risposte. A un mese esatto dalla tragedia, le porte della Lanterna verranno riaperte per la prosecuzione del sopralluogo iniziato lo scorso 21 dicembre nella formula dell’atto irripetibile. All’interno del locale entreranno i Ris, i consulenti di parte e i periti scelti dalla magistratura per andare a caccia delle tracce che potrebbero fissare almeno una delle cause del parapiglia infernale, quello che ha fatto convogliare la maggior parte dei presenti verso un’unica uscita di sicurezza. Gli esperti continueranno il lavoro iniziato, cercando eventuali rimasugli di capsaicina, il principio attivo del peperoncino, e la presenza di altre sostanze contenute nei frigoriferi, nei congelatori dei bar, nel sistema di generazione dei fumi (quelli coreografici utilizzati a ridosso del palco) e in quelli di ventilazione e climatizzazione della struttura. Gli ultimi punti dell’accertamento dovranno basarsi sulle autorizzazioni rilasciate alla discoteca per svolgere le attività di pubblico spettacolo e intrattenimento e gli aspetti relativi alla sicurezza, Un altro sopralluogo è previsto per l’11 gennaio. Attualmente, gli indagati sono dieci. Uno riguarda la procura dei minorenni e tratta la posizione di un 17enne di Senigallia sospettato di essere colui che ha utilizzato lo spray urticante che ha dato il via al caos. Per lui le ipotesi di reato sono omicidio preterintenzionale, lesioni colpose e dolose.
Stando alle indagini difensive, avrebbe passato la notte tra il 7 e l’8 dicembre in compagnia di alcuni amici, rimanendo sempre nei pressi del lungomare Dante Alighieri. Sul filone degli adulti, sono nove gli indagati per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose aggravate: da una parte ci sono i quattro componenti della Magic srl, la società che gestisce la discoteca. Dall’altra, tre della famiglia Micci, proprietaria dell’immobile. Le ultime due persone aggiunte nella lista indagati sono l’addetto alla sicurezza e il dj della serata, sospettato di aver avuto un ruolo determinante nella vendita dei biglietti, il cui numero – stando ai primi riscontri – appare superiore rispetto alla capienza del locale, omologata per 871 persone (la sala principale ne può ospitare 459). Che le presenze abbiano sfiorato quota 1500 è convinzione del comitato Giustizie per le Vittime della Lanterna Azzurra, rappresentato dall’avvocato Corrado Canafoglia, composto da circa 300 persone (per lo più genitori di ragazzini superstiti) pronte a presentare un esposto su quanto accaduto un mese fa. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico