Bottiglia in campo, maxi rissa sugli spalti Nel parapiglia ferita una ragazza incinta

Bottiglia in campo, maxi rissa sugli spalti Nel parapiglia ferita una ragazza incinta
ANCONA - Botte da orbi sugli spalti e la finale del campionato Amatori finisce senza vincitori, anzi, con una sconfitta per tutti: per le famiglie che erano allo stadio a tifare...

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ANCONA - Botte da orbi sugli spalti e la finale del campionato Amatori finisce senza vincitori, anzi, con una sconfitta per tutti: per le famiglie che erano allo stadio a tifare parenti e amici, per i dirigenti, per i giocatori, per lo sport in generale. Ora entrambe le squadre rischiano il k.o. a tavolino e il titolo regionale potrebbe non essere assegnato. Dipende da cosa ha riportato nel suo referto l’arbitro, il maceratese Alessandro Ulisse, che a metà ripresa ha sospeso l’incontro perché non c’erano più le condizioni di sicurezza per portarlo a termine. 


 

Sono dovuti intervenire i carabinieri, infatti, per sedare i tafferugli scoppiati in tribuna, dove sono volati calci, pugni e bottiglie. Nella rissa sono rimasti coinvolti anche anziani e due ragazze, una delle quali, in dolce attesa, è stata soccorsa dal personale del 118, mentre un 70enne, scivolato sui gradoni, ha riportato la rottura del tendine d’Achille. Teatro di questo sconcertante pomeriggio di follia è stato il campo sportivo Martellini di Porto Sant’Elpidio, il “neutro” dove sabato era in programma la finale per il titolo regionale del campionato Amatori Figc tra il Pietralacroce e il Real Fefo, squadra di San Benedetto che fa capo ad uno storico bar della città rivierasca, il cui proprietario è anche il presidente del club. 

Per l’occasione, sugli spalti c’era un discreto numero di sostenitori delle due sponde: familiari, fidanzate, amici, pure qualche tifoso dell’Anconitana e della Sambenedettese tra cui, notoriamente, non corre buon sangue. Il primo tempo, chiuso sullo 0-0, è stato combattuto e teso. Nella ripresa gli animi si sono surriscaldati quando il Real Fefo, rimasto in 10 per un’espulsione, si è portato in vantaggio. Un dirigente della squadra rossoblù, durante i festeggiamenti per il gol, avrebbe lanciato in campo una bottiglia di birra, rischiando di colpire il capitano avversario. Che ovviamente non l’ha presa bene. 
Ha raccolto la bottiglia mezza piena e si è avvicinato alla tribuna. Provocazioni, insulti: il battibecco ha acceso la miccia della follia. A una ventina di minuti alla fine, è scoppiato il putiferio sugli spalti. I tifosi anconetani sono venuti a contatto con quelli sambenedettesi, che erano di meno e hanno avuto la peggio. «Uno schifo, eravamo lì per una giornata di festa, ci siamo portati dietro le famiglie, i genitori, le fidanzate, una aspetta anche un bambino - racconta il capitano della Real Fefo -. Loro devono aver scambiato questa partita per un derby tra Ancona e Samb. Quando abbiamo segnato, hanno cominciato a menare chiunque con cazzotti, cinghie e bottigliate. I nostri amici sono stati circondati dal branco, mentre difendevano le loro compagne. Una partita di calcio si è trasformata in guerriglia». 

Mentre la situazione degenerava, dal campo alcuni giocatori hanno scavalcato le recinzioni per entrare in tribuna, finendo per essere coinvolti nella zuffa, mentre l’arbitro sventolava cartellini rossi. «I primi a provocare e ad insultare i nostri sono stati i tifosi avversari, alcuni ubriachi e ultras della Samb - replicano dal Pietralacroce -. A scatenare la rissa è stato il lancio di una bottiglia di vetro in campo da parte di un loro dirigente che per poco non ha colpito il nostro capitano, ma non sono volate né bottiglie né cinghiate». Un caos totale, scoppiato sotto lo sguardo esterrefatto dei dirigenti federali, tra cui il vicepresidente regionale Ivo Panichi e i presidenti provinciali Luigi Paoletti (di Ascoli) ed Elvio Rocchi (di Ancona) che si dice choccato «In tanti anni non ho mai visto una scena simile. Quando ha segnato la squadra sambenedettese, uno spettatore ha tirato una bottiglia in campo contro un giocatore del Pietralacroce e si è scatenata una rissa bruttissima, con giocatori saliti in tribuna, dove c’erano genitori e fidanzate». 
La decisione 

L’arbitro ha sospeso la gara in anticipo e le coppe che dovevano essere consegnate ai vincitori sono state ritirate, mentre i carabinieri intervenivano con 4 pattuglie per sedare la baraonda (per ora non sono scattate denunce, ma domani la Real Fefo presenterà un esposto alla Figc) e il personale del 118 si prendeva cura dei feriti, tra cui una ragazza incinta e un 70enne che, franando sui gradoni, si è lesionato il tendine d’Achille e dovrà essere operato. Tutto per una partita di calcio amatoriale. Che vergogna.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico