ANCONA - «Voglio imparare a respirare come respira il mare». Un verso romantico, postato sui social, con le foto che la ritraggono con le amiche al tramonto,...
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Un’onda l’ha sbalzata contro lo scoglio da cui si era lanciata, giovedì 8 agosto. Ha battuto la testa, ha perso conoscenza, non è più riemersa dall’acqua. L’amica l’ha trascinata a riva, l’ha assistita fino all’arrivo dell’idroambulanza della Croce Rossa. Poi la corsa all’ospedale, i lunghi giorni passati in coma a Torrette. Mercoledì il suo cuore ha smesso di battere. «Ora sei in Paradiso. Non aver paura, nessuno ti farà domande perché la tua infinita generosità sarà premiata per l’eternità», è il commovente post di cordoglio della madre Valeria. «Grazie amore mio, mia unica anima gemella, per essere stata la colonna della mia vita, regalami forza e amore per sempre», scrive il fratello. Facebook come un muro del pianto, invaso da una pioggia di messaggi di dolore per la sfortunata perugina, morta per un tuffo a 22 anni. Nel dolore, la famiglia di Sofia ha trovato la forza per donare la speranza ad altre famiglie: ha infatti autorizzato il prelievo degli organi - cuore e fegato - di Sofia. La riviera si tinge ancora di sangue in un’estate maledetta che ha dato in pasto alla cronaca tre morti.
Il 31 luglio a Palombina è affogato Zelalem Bekele Mengistu, il ragazzo etiope di 27 anni che ad Ancona si era laureato in Economia: era stato trascinato via dalla corrente mentre faceva il bagno nei pressi della scogliera. A dare l’allarme i due amici. Il corpo era riaffiorato dopo tre ore di ricerche. La macchina della solidarietà ha raccolto 10mila euro per rimpatriare la sua salma in Etiopia. La mattina del 6 agosto dramma a Senigallia: una turista è deceduta a 63 anni a seguito di un malore fatale. Anna, mamma milanese, era annegata davanti all’Hotel Ritz: il massaggio salvavita eseguito per 40 minuti dai bagnini e poi dal personale del 118 le aveva fatto riprendere il battito. Ma dopo alcuni giorni di agonia, si è spenta all’ospedale di Jesi. Anche in questo caso, la generosità della sua famiglia ha fatto nascere nuove speranze di vita: la donna ha donato gli organi. E un’altra tragedia si è sfiorata il giorno di Ferragosto. A Mezzavalle un ragazzino inglese di soli 15 anni ha avuto un malore mentre faceva il bagno. Ha perso i sensi, ha smesso di respirare. I soccorsi sono stati subito attivati dal bagnino, che lo ha tirato fuori dall’acqua e ha cominciato a praticare il massaggio cardiaco, mentre il 118 interveniva con il medico dell’eliambulanza, sceso in spiaggia con il verricello, e la guardia costiera attivava il gommone di salvamento di Portonovo.
Il cuore del ragazzino per fortuna ha ripreso a battere dopo la seconda scarica del defibrillatore. Ora è in rianimazione a Torrette. All’ospedale sono finiti anche i genitori, per lo choc. Altre 6 persone hanno rischiato di annegare sulle spiagge anconetane nella prima parte dell’estate, tre nel solo mese di luglio. «Si tratta di persone giovani, con un’età media di 40 anni - spiega il dottor Aldo Salvi, primario del pronto soccorso di Torrette -. Va sottolineato che di questi incidenti, l’anno scorso, nello stesso periodo, se n’era verificato solo uno. Raccomandare prudenza in acqua non è mai abbastanza». Anche perché se spesso le emergenze nascono da malori e problemi fisici, a volte sono il frutto di comportamenti sbagliati, sforzi eccessivi o giochi pericolosi, come i tuffi dalle scogliere - ieri pomeriggio l’idroambulanza della Croce Rossa ha soccorso un bagnante che alla Vela di Portonovo si è ferito a un braccio - o le gare d’apnea. C’è chi ha rischiato di morire, come un 16enne rianimato alla piscina del Passetto, lo scorso 21 giugno, e un suo coetaneo di Loreto, tratto in salvo in extremis dal mare di Porto San Giorgio l’11 agosto.
«Il mare è una trappola affascinante, è bello ma pieno di insidie, occorre essere prudenti», avverte Edoardo Rubini, coordinatore dei bagnini di Portonovo e responsabile del gommone di soccorso della baia della Società Nazionale di Salvamento. «Bisogna prestare sempre massima attenzione se sventola bandiera rossa (come ieri, ndr) a causa del mare mosso e delle correnti forti. Purtroppo non c’è molto rispetto per la figura del bagnino, la gente sottovaluta i pericoli del mare e tende a sopravvalutare le proprie forze. Per non parlare della stupidità di giochi mortali come le gare d’apnea: è fondamentale conoscere i propri limiti e seguire i consigli degli esperti».
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Corriere Adriatico