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Per quell’episodio di violenza, avvenuto davanti alla moglie e al figlioletto che tifavano per lui in tribuna, fu squalificato per tre anni e denunciato, oltre a ricevere il Daspo.
L'arbitro si è costituito parte civile
L’arbitro, Christian Guarino, si era costituito parte civile tramite l’avvocato Jacopo Saccomani. Soccorso dal 118, era finito all’ospedale dopo aver interrotto anticipatamente la partita, al 27’ del secondo tempo. Tutto era nato dalla mancata concessione di un calcio d’angolo, reclamato dalla squadra dell’imputato.
Dopo aver sbracciato e protestato, si era rivolto a brutto muso al direttore di gara, tra insulti e parolacce. Il cartellino rosso aveva scatenato la sua rabbiosa reazione, sfociata in un primo pugno contro l’arbitro, allora appena maggiorenne. Quando poi fu decretata la fine dell’incontro - da cui sarebbe conseguita la sconfitta a tavolino per L’Aquila -, mentre veniva trattenuto dai compagni di squadra, il calciatore romeno riuscì a divincolarsi e raggiungere di nuovo il “fischietto” senigalliese, colpendolo al volto con un gancio sinistro. Guarino, scortato dai dirigenti, si rifugiò negli spogliatoi in attesa dell’arrivo dell’ambulanza, mentre al Dorico arrivavano polizia e carabinieri. Trasferito all’ospedale, fu dimesso con un trauma cranico, al rachide e all’occhio, per una prognosi finale di 35 giorni. L’aggressore, poi squalificato per 3 anni, ora è stato condannato a 3 mesi per i reati di lesioni e minacce gravi.
Corriere Adriatico