Anziana smaschera il finto avvocato e sventa la truffa della cauzione bluff

Anziana smaschera il finto avvocato e sventa la truffa della cauzione bluff
ANCONA - Il finto avvocato, lo specchietto rotto, l’investimento-bluff. Non c’è limite alla fantasia dei truffatori. Ma per fortuna ci sono anche nonnine 007...

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ANCONA - Il finto avvocato, lo specchietto rotto, l’investimento-bluff. Non c’è limite alla fantasia dei truffatori. Ma per fortuna ci sono anche nonnine 007 che annusano la minaccia e alzano lo scudo, come la 79enne che ieri agli Archi, con l’aiuto della figlia, ha sventato il più classico dei raggiri: quello del sedicente avvocato che chiede soldi per liberare un parente arrestato dopo un incidente. 


 

A segnalare la tentata truffa su Facebook è stato il nipote dell’anziana, un calciatore dei Portuali, preoccupato per la salute della nonna cardiopatica. «Pronto? Sono l’avvocato Massimo Longobardi, suo figlio è in carcere, ha investito una bambina a Macerata ed era senza assicurazione. Servono 5 mila euro per la cauzione». Così il malvivente si è presentato con una prima chiamata alle 11,30 lasciando un proprio recapito telefonico, poi risultato quello di un’ignara parrocchia. L’anziana, spaventata, ha spiegato di non avere tutti quei soldi e ha riattaccato. Poco dopo, seconda telefonata: «E’ urgente, arriverà a casa sua il signor Luigi, può versare un anticipo o consegnare l’oro». La 79enne, agitatissima, ha riferito che non aveva nulla di prezioso perché tempo fa la sua casa era stata svaligiata dai ladri, quindi ha chiesto aiuto alla figlia, che abita accanto a lei: «Per poco mia madre non ci rimaneva - racconta -. Mentre la invitavo a calmarsi, quel disgraziato ha telefonato una terza volta: ho risposto io e quando ha capito che l’avevo smascherato, ha detto che ero su Scherzi a Parte e ha riattaccato. Sapeva tutto di noi: dove lavora mio fratello, come ci chiamiamo, dove abitiamo». Immediata la denuncia ai carabinieri. 


Altre truffe vengono segnalate al Piano, dove alcuni uomini, sembra stranieri, si aggirano a piedi in corso Carlo Alberto, si accostano alle auto e inscenano un investimento. Poi, fingendosi doloranti, pretendono un risarcimento. E continuano le truffe dello specchietto, attuate nelle ultime settimane nei parcheggi dei megastore tra Ancona e Camerano: mercoledì i carabinieri hanno intercettato un napoletano e una bosniaca che a bordo di una Opel aveva simulato un incidente, per poi inseguire la giovane vittima e chiederle un risarcimento in contanti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico