OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ANCONA - Il giorno dopo, lo choc si legge negli occhi della gente degli Archi che non si capacita della morte del Mustafe, il profugo somalo di 22 anni stritolato dalle ruote di un’autocisterna. Sull’asfalto ancora intriso di sangue sfrecciano le auto, camion e pullman fanno tremare i vetri delle case. Via Marconi assomiglia a un circuito senza regole: strisce pedonali cancellate dal tempo e dall’usura, sosta selvaggia, la pista ciclabile fantasma interrotta in più punti dai cantieri che restringono la carreggiata, con bici e monopattini che passano perfino sotto i portici.
La tragedia
In questo caos generale, non stupisce che un giovane abbia perso la vita sotto le ruote di un camion.
Le voci
«Chi attraversa la strada deve farsi il segno della croce - commenta Omar Andreanelli, titolare del Bar Leone -. Molti automobilisti sono abituati a fare inversione a U, mettendo in pericolo ciclisti e scooteristi. Qui le macchine sfrecciano a tutto gas, per non parlare delle biciclette e dei monopattini che passano ovunque, anche sotto i portici: a volte sono costretto a schivarli mentre servo da bere ai tavoli esterni». Il caos traffico regna in via Marconi, dove la situazione «è drammaticamente peggiorata con l’avvio dei cantieri che non finiscono mai», sottolinea Silvia Mondaini dello store Bobeche. La soluzione? «Più semafori pedonali perché le strisce non si vedono, specie davanti al parcheggio degli autobus». Moretti suggerisce i dossi: «Il Comune metta quelli lunghi, che costringono i veicoli a rallentare davvero - dice -: io vivo a Senigallia e lì hanno funzionato bene. E poi andrebbe migliorata la segnaletica: ci sono camion che si sbagliano e pensano di entrare al porto passando dal Mandracchio, anziché dal bypass». Andreanelli propone invece «più isole pedonali e cordoli rialzati per impedire le inversioni a U. E, perché no, un autoelox. Ma bisognerebbe anche tappezzare la strada di telecamere per costringere la gente ad andare più piano perché questa strada non era sicura prima e adesso, con i lavori in corso, è ancor più pericolosa».
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico