Migranti accampati davanti alla questura, i residenti: «Bivacchi sotto casa, ora basta» Proteste in via Gervasoni

Migranti accampati davanti alla questura, i residenti: «Bivacchi sotto casa, ora basta»
ANCONA - Immigrati che dormono ovunque, mangiano in strada e fanno i bisogni sotto le finestre delle abitazioni. Non ne possono più i residenti di via Gervasoni che, dopo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANCONA - Immigrati che dormono ovunque, mangiano in strada e fanno i bisogni sotto le finestre delle abitazioni. Non ne possono più i residenti di via Gervasoni che, dopo aver ripetutamente segnalato il problema al questore, ora denunciano pubblicamente la situazione di degrado su cui si affacciano quotidianamente. 

 
«Tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, davanti all’ingresso della questura, abbiamo molti extracomunitari che fanno le file dormendo anche di notte sul marciapiede e nella nostra proprietà, senza parlare dei bisogni fisiologici che fanno sempre nelle nostre proprietà, e nessuno interviene», denuncia Alessandro, per conto di tutti i residenti di via Gervasoni, che sottolinea come siano state «molteplici le segnalazioni al questore di Ancona». 
A dimostrazione della gravità della situazione, gli abitanti della zona hanno fotografato alcuni degli stranieri di varie nazionalità, per lo più pakistani, accampati davanti alla questura con coperte e cartoni, in attesa di essere ricevuti dall’Ufficio Immigrazione. L’emergenza è dovuta a un’ondata eccezionale di richieste e alle difficoltà che manifestano la questura e la prefettura, competenti in materia, per via della carenza di posti disponibili nei loro progetti, dai Centri di accoglienza straordinaria agli ex Sprar che sono gestiti dall’amministrazione comunale. Di conseguenza, s’incaglia l’attività della questura, impegnata nel fotosegnalamento degli immigrati e in una complicata attività di fissazione degli appuntamenti. 

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico