In lacrime per Nicolò, infermiere di talento stroncato da un male a soli 28 anni. I colleghi: «Era un angelo»

In lacrime per Nicolò, infermiere talento: stroncato da un male a soli 28 anni
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ANCONA  - Era un ragazzo buono, Nicolò. Un’anima pulita. Un giovane promettente che si era affacciato da poco ad un lavoro che amava. Curare le persone era la sua missione. Metteva dedizione e dolcezza al servizio dei più fragili, soprattutto gli anziani: ogni paziente per lui era speciale e meritava le stesse carezze e attenzioni che i nipoti riservano ai nonni.

Una città in lacrime: addio a Simona, stroncata dal male a 51 anni. Prestava servizio alla direzione medica degli Ospedali Riuniti

 

«Non era un infermiere, era un angelo», ricordano i colleghi che gli volevano bene, dilaniati dal dolore e increduli di fronte alla scomparsa di un ragazzo d’oro, un professionista talentuoso. 


Aveva solo 28 anni Nicolò Mazzola e un sorriso sempre stampato sulla bocca che nemmeno un destino maledetto ha potuto cancellare. Due mesi fa aveva scoperto un male inguaribile all’apparato digerente. Un nemico subdolo, che ha manifestato i primi sintomi quando ormai era ad uno stadio troppo avanzato per essere debellato. Nicolò, pugliese di Molfetta trapiantato ad Ancona prima per studio (si era laureato alla Politecnica delle Marche) e poi per lavoro (era stato assunto all’Inrca dopo un concorso), da conoscitore della materia sapeva di dover affrontare un nemico invincibile. Per questo aveva deciso di lottare, sì, ma anche di accettare con dignità un percorso segnato. Aveva deciso di regalare agli altri la parte migliore di sé, la simpatia e la leggerezza, custodendo il segreto della malattia. Anche per questo la notizia della sua morte, lunedì, è stata una terribile sorpresa per tutti. 


Aveva lasciato la sua Puglia, anni fa, per diventare infermiere. Uscito dall’università di Torrette, per un periodo aveva lavorato al “Benincasa”, la residenza per anziani di via Podesti. Viveva a Jesi, dove tra il 2020 e il 2021 aveva lavorato con un contratto Covid nella Pneumologia dell’ospedale “Carlo Urbani”, diretta dal dottor Paolo Spinaci, per poi essere assunto nella Geriatria dell’Inrca, guidata dal professor Antonio Cherubini. Il dolore spezza le parole dei colleghi. «Era un ragazzo dolcissimo, scherzoso, intelligente, sempre disponibile e attento con i pazienti: sapere che non è più con noi fa tanto male». I funerali di Nicolò si terranno oggi pomeriggio nella sua Molfetta.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico