Ancona, ubriaco provoca due incidenti: domiciliari. La madre chiede scusa

Ancona, ubriaco provoca due incidenti: domiciliari. La madre chiede scusa
ANCONA - Una volta uscito dall’ospedale, dovrà stare ai domiciliari fino all’inizio del processo, fissato per il 7 maggio. È quanto stabilito ieri dal...

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ANCONA - Una volta uscito dall’ospedale, dovrà stare ai domiciliari fino all’inizio del processo, fissato per il 7 maggio. È quanto stabilito ieri dal giudice per Ermanno Piasente, il 28enne falconarese arrestato dopo aver provocato un doppio incidente che ha coinvolto prima l’ex parlamentare Dem Lodolini e poi una coppia che viaggiava con una bambina di 9 anni. Tre le imputazioni contestate al 28enne: fuga, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni stradali gravissime. Quest’ultimo reato ha due aggravanti: la guida in stato d’ebbrezza e l’aver ferito più persone. La madre è andata in ospedale a scusarsi con le vittime.

 
Per quanto riguarda gli accertamenti, le analisi hanno riscontrato un valore di 3,4 g/l di alcool nel sangue. Non ancora noti, invece, i risultati del test antidroga. Tra i feriti, la più grave è la 33enne di Bolzano che viaggiava sul sedile passeggeri di una Toyota. È stata sottoposta a un intervento per ridurre le fratture al volto, ieri ha subito un’altra operazione per via di un polso rotto. Anche il suo compagno, 36 anni, ha riportato la frattura del polso. Per sua figlia sono stati refertati 60 giorni di prognosi per delle sospette lesioni alle vertebre. Nell’udienza dove è stato convalidato l’arresto, Piasente (che ha traumi al costato) si è avvalso della facoltà di non rispondere. Una volta terminata, è tornato in ospedale, piantonato dalla Municipale. Già in passato aveva affrontato un procedimento per guida in stato di ebbrezza, patteggiando la pena. In tribunale, c’era la mamma: «Non ho dormito sapendo che era finita in ospedale una bimba. Ringrazio il Signore perché i feriti sono tutti vivi, sono dei miracolati. Ieri (giovedì, ndr) sono andata in ospedale dai familiari a chiedere scusa».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico