Speronamenti e botte al body builder: la stalker scatenata condannata a 1 anno

Speronamenti e botte al body builder: la stalker scatenata condannata a 1 anno
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ANCONA - Il clou l’ha raggiunto quando si è presentata a casa della “suocera” con una scatola di cioccolatini, in Grecia. «Noi non ci conosciamo, ma io sto con suo figlio: la prego, ci metta una parola buona». Più o meno con queste parole avrebbe tentato di carpire la benevolenza della madre di quello che riteneva fosse il suo fidanzato, anche se lui non si reputava tale. Per il 36enne istruttore di arti marziali il loro era stato solo un flirt fugace. Per lei, invece, la storia della vita, durata 4 anni, fino al 2015 quando l’uomo, esausto e spaventato dai suoi comportamenti persecutori, ha deciso di sporgere denuncia ai carabinieri.

 


Differenza di vedute


Un caso di stalking al femminile, per il quale il giudice ha condannato a un anno di reclusione (pena sospesa, il pm ne aveva chiesti 2) e a 5mila euro di risarcimento l’imputata, una 44enne. Fine di un incubo per il 36enne, assistito dall’avvocato Federica Battistoni: «Era aggressiva, mi insultava, inveiva contro di me ogni volta che mi vedeva, anche in palestra», aveva raccontato la vittima al giudice. I due si erano conosciuti casualmente nel 2011, durante un trasloco. Ne era nata una relazione che, per l’imputata (assistita dagli avv. Andrea Dotti e Andrea Natalini) era andata avanti fino al 2015, ma per lui era durata appena 3 mesi. Questione di punti di vista. Fatto sta che la 44enne, sentendosi tradita e presa in giro, avrebbe cominciato a perseguitarlo. Per la difesa erano «normali litigi e scenate di gelosia», per l’accusa un vero stalking.

«È cambiato, ha smesso di allenare, evitava di uscire: ogni volta che c’era da organizzare qualcosa, andava in ansia», ha riferito un suo amico in tribunale. A detta del 36enne, la donna avrebbe perso il controllo, arrivando inseguirlo in auto nel tentativo di speronarlo quando lo vedeva in giro. Una volta gli avrebbe tagliato la strada per insultarlo davanti a tutti mentre andava a una festa, in un’altra occasione si sarebbe presentata alla sua porta, sferrando pugni per entrare. E un giorno una sua rivale in amore si è trovata una scritta inquietante sul muro di casa («Muori tr...»), anche se per la difesa non è stata la 44enne l’autrice di quel gesto. 

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Corriere Adriatico