ANCONA - La storia infinita. È il titolo di un film diventato un cult, ma anche la vicenda giudiziaria nata dall’inchiesta ribattezzata “Spese...
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I giudici, con l’annullamento del verdetto, hanno disposto l’avvio di un nuovo processo alla Corte d’Appello di Perugia. Si ricomincia dal secondo grado. E i cinque che pensavano di poter finalmente tirare un definitivo sospiro di sollievo, non possono togliersi di dosso la veste di imputati. Nel settembre 2016, il gup Francesca Zagoreo, in primo grado aveva decretato l’assoluzione dopo la volontà dei cinque di procedere con il rito abbreviato per difendersi dall’accusa di peculato.
Il primo grado
Dopo quella sentenza, era stato il pm Ruggiero Dicuonzo a fare appello, portando il procedimento in secondo grado. Ma anche in quel contesto, la tesi della procura non era stata accolta. «È chiaro dunque che non può condividersi l’assunto dell’Accusa che circoscrive l’attività politica del gruppo alla sola attività istituzionale svolta in occasione delle sedute della assemblea regionale, che costituiscono solo l’atto finale di una attività molto più varia, ma comunque classificabile nell’ambito dell’attività funzionalmente propria del gruppo» avevano scritto i giudici della Corte di Appello di Ancona per motivare l’assoluzione dei cinque. Ma non è finita. Anche questo verdetto è stato impugnato, ma dalla procura generale, nella persona del dottor Sergio Sottani per approdare alla Suprema Corte. Ed ecco il capitolo Cassazione: è tutto (o quasi da rifare). Attualmente, stanno affrontando il primo grado 55 ex consiglieri: 4 sono stati condannati in abbreviato e uno assolto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico