Ancona, il narcotrafficante armato aveva quaranta chili di cocaina: un tesoro da dieci milioni di euro

Ancona, il narcotrafficante armato aveva quaranta chili di cocaina: un tesoro da dieci milioni
ANCONA - Un maxi sequestro del genere, a memoria d’uomo, non si ricorda ad Ancona. Più di quaranta chili di cocaina e una pistola con proiettili sono stati trovati in...

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ANCONA - Un maxi sequestro del genere, a memoria d’uomo, non si ricorda ad Ancona. Più di quaranta chili di cocaina e una pistola con proiettili sono stati trovati in un’abitazione di via Primo Maggio, adibita a deposito di droga: una miniera d’oro bianco che, stimano gli investigatori, avrebbe fruttato almeno 10 milioni di euro.

 

Perché si tratta di stupefacente purissimo che, una volta tagliato, avrebbe garantito il doppio o il triplo della quantità. In carcere è finito un trentenne albanese, ora rinchiuso a Montacuto. Ma evidentemente non può essere stato il solo a gestire questa montagna di “neve” e infatti le indagini, mantenute nel più stretto riserbo, procedono a 360 gradi. 

Il controllo 

Tutto è cominciato venerdì mattina da un controllo stradale alla Baraccola. Dalle informazioni trapelate, si sa che i carabinieri del Norm hanno fermato una Volkswagen Golf in via Albertini, dalle parti del Centro Commerciale Conero. A prima vista il conducente si è mostrato tranquillo e non ha tradito nervosismo. Ma poi i carabinieri, seguendo il loro istinto, hanno deciso di andare a fondo e si sono dedicati a un’ispezione dell’auto, dalla quale, sorprendentemente, è spuntato fuori un panetto da un chilo di cocaina. A quel punto ai suoi polsi sono scattate immediatamente le manette. Ma la droga abilmente nascosta nel veicolo era soltanto la punta dell’iceberg. Dagli accertamenti, infatti, è emerso che l’albanese non era un semplice pusher, ma un pericoloso narcotrafficante che stavano ricercando anche in Lombardia. 
In particolare, l’alert era stato lanciato dalla Guardia di finanza di Brescia che era sulle tracce del bandito nell’ambito di un’indagine coordinata dalla procura distrettuale antimafia. Il collegamento tra Ancona e la Lombardia è ancora top secret perché è in corso l’attività investigativa. Ma grazie agli input ricevuti, i carabinieri del Norm sono riusciti a risalire all’appartamento di via Primo Maggio, riconducibile all’albanese, trasformato in un grande magazzino per la droga. Quando sono entrati nell’abitazione, i militari non riuscivano a credere ai propri occhi. Hanno trovato una quantità impressionante di cocaina purissima, in tutto oltre 40 chili, in quello che a tutti gli effetti era un laboratorio per lo stoccaggio e la lavorazione dello stupefacente. Ma hanno rinvenuto anche una pistola carica con alcuni proiettili (e alcune centinaia di euro in contanti), quanto basta per confermare la pericolosità del narcotrafficante albanese, il cui arresto è stato convalidato ieri in carcere dal gip. Va ancora chiarito quale fosse il canale di approvvigionamento e a quali mercati fosse destinata tutta quella “bamba”. 

Allarme rosso

E adesso è allarme rosso alla Baraccola che, improvvisamente, sembra essersi trasformata in una piccola Medellin, dove la droga circola in maniera inquietante. Giovedì i carabinieri avevano arrestato due giovani corrieri (un 22enne anconetano e un 27enne osimano) che per dribblare il controllo hanno lanciato dal finestrino panetti di hashish (7 etti in tutto). A Brecce Bianche, invece, la Squadra Mobile a luglio aveva scoperto un covo di pusher in un B&B, dov’erano nascosti un chilo di hashish e un borsone con coltelli, un’ascia e una pistola giocattolo: in manette erano finiti due giovani, a cui la polizia era arrivata partendo dall’indagine su una bomba molotov lanciata contro un’abitazione in via Russi. 

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Corriere Adriatico