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ANCONA - All’apice di un litigio tra le mura domestiche, aggredisce la compagna e le sferra un pugno così forte da romperle il setto nasale. È questa la ricostruzione accusatoria che ha portato in arresto un 51enne di origine romena per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. L’uomo è stato ammanettato dagli agenti delle Volanti l’altra notte. I presunti abusi si sarebbero verificati nell’appartamento dove vive l’uomo, in via Giordano Bruno.
Ieri mattina è stato condotto in tribunale per la direttissima.
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Il giudice Carlo Cimini ha convalidato l’arresto, ma nei confronti del 51enne non è stata applicata alcuna misura cautelare.
Tutt’altra la tesi della difesa, rappresentata dall’avvocato Germana Riso. In primis, la vittima non sarebbe la compagna dello straniero, ma un’amica a cui lui avrebbe concesso ospitalità nell’appartamento di via Giordano Bruno dove vivono anche figlia e nipote del 51enne. Dunque, non potrebbe stare in piedi l’accusa di maltrattamenti in famiglia non essendoci tra le parti un legame affettivo e di lunga durata. In secondo luogo, non sarebbe stato lui a rompere le ossa nasali della parte lesa. Dall’udienza è emerso che la donna sarebbe rincasata attorno alle 2 completamente ubriaca. Avrebbe già avuto il volto tumefatto. Sarebbe stata lei stessa a chiedere l’intervento del personale sanitario e della polizia, arrivata al Piano con una Volante. Con le versioni completamente discordanti, le indagini proseguiranno per capire i contorni della vicenda. Fatto è che il 51enne, dopo l’udienza di ieri, è tornato completamente libero.
Quello avvenuto in via Giordano Bruno è il secondo intervento della polizia scattato in poche ore per discussioni avvenute tra le mura di casa. Effetti collaterali del lockdown e della convivenza forzata in casa. Domenica sera le Volanti erano state chiamate in via De Gasperi: alcuni residenti avevano segnalato urla e rumori molesti provenire dall’appartamento condiviso da un 46enne anconetano e dalla sua compagna. In effetti, da quanto emerso, la coppia stava litigando in maniera vigorosa. In quel caso, l’arresto è scattato non per un reato legato alla violenza di genere (non sono stati denunciati o segnalati abusi) ma per resistenza a pubblico ufficiale. La procura ha contestato al 46enne minacce e insulti rivolti agli agenti («Vi scanno uno per uno»), ma anche il tentativo di colpire con un cazzotto un pubblico ufficiale. All’uomo è stata inflitta la misura dell’obbligo di presentazione in questura.
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Corriere Adriatico