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ANCONA - Fuori tempo massimo, la cultura dorica chiede voce e spazi vitali. Il sole, riflesso nelle acque del Mandracchio, illumina e scalda una delle sale del Museo Omero. È lì che il coordinamento degli operatori di Ancona presenta il conto e il calendario delle iniziative 2024. Da febbraio a dicembre è tutto un palinsesto d'appuntamenti, trama consolidata della Dorica. Oltre la politica, niente bandiere, il loro vuol essere un tutti per uno.
«Il soggetto preposto ad accoglierci è inadempiente», scandisce Anna Caramia di Sineglossa che, con il suo “Cibernetica e fantasia, poesia e intelligenza artificiale”, è stata costretta a emigrare a Recanati. «Qui non c’era un luogo disponibile - rimette insieme i tasselli - ma comunque è stato un successo». La conversione in polemica di quell’esodo forzato è pura amarezza: la titolare del dicastero, Anna Maria Bertini, non apre loro le porte.
I margini
Il sussurro di ognuno si eleva a coro: «In bilancio non c'è nulla». Niente di fatto, neppure per il bando, mai digerito, che era stato promesso per metà dicembre e poi rimandato a gennaio. «Ormai - commentano sconsolati - non ci sono più i margini necessari per la selezione».
Il cartello
È una difesa, della sua squadra, a distanza, quella di Silvetti. «Farò un atto di evidenza pubblica - precisa il sindaco - per conoscere le loro intenzioni. Arriverò a comporre un cartello unico e con una variazione di bilancio stanzierò le risorse. Farà fede il dato storico». Il tono s’increspa: «Perché lo scorso anno, quando in bilancio si era a zero, non si sono fatti sentire?». Guarda, passa e tuttavia rassicura: «Il Lazzabaretto si animerà, vedrete». La chiamano estate.
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Corriere Adriatico