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ANCONA - Malore o bombola difettosa. Sono queste le due ipotesi al vaglio degli inquirenti per la morte di Roberto Liviabella, il sub di Ancona annegato nelle acqua antistanti al Passatto. Il corpo è ancora a disposizione dell'autorità giudiziaria, mentre la Guardia costiera ha provveduto a sequestrare l'attrezzatura per cercare di stabilire la causa del decesso.
Il sub si era tuffato per andare a pesca di raguse da cucinare per la cena in grotta, come faceva abitualmente, da sommozzatore esperto qual era. La muta, una bombola d’ossigeno sulle spalle, le zavorre ai fianchi. Un bacio alla moglie Annamaria, una carezza a Charlie, il loro cagnolino. Erano le 11 e mezza di ieri mattina, una tranquilla domenica di fine agosto. Ma dal mare del Passetto, che conosceva come le sue tasche, non è più riemerso. Sono andate avanti per tutto il pomeriggio le ricerche di Roberto Liviabella, anconetano di 61 anni, operaio di una ditta osimana e padre di due ragazze. Ieri sera, il tragico ritrovamento del corpo senza vita, a circa 6 metri dalla riva.
L’angoscia
In un primo momento la moglie non si è preoccupata: Roberto solitamente passava molto tempo in acqua. E poi si era immerso proprio davanti alla loro grotta, a due passi da quella del fratello Ofelio e del nipote Andrea.
Le ipotesi
Ma attorno alle 22, dopo oltre 10 ore da quando si era immerso, il cadavere di Liviabella è stato ripescato dai sommozzatori dei vigili del fuoco. Si trovava a pochi metri dalla riva, proprio di fronte alla sua grotta. Il corpo è stato portato alla banchina 1 del porto, a disposizione dell’autorità giudiziaria: la procura dovrebbe disporre l’autopsia per accertare le cause del decesso. L’ipotesi più probabile è che il subacqueo sportivo, residente al Piano, abbia avuto un malore durante le immersioni e che non sia più riuscito a tornare in superficie per via dei pesi, che l’avrebbero trascinato in fondo al mare. «È l’unica spiegazione, Roberto era uno esperto, conosceva queste acque come le sue tasche», dicono i vicini di grotta. «Era andato a prendere le raguse con la bombola, era attrezzatissimo, era un grande conoscitore del Passetto» racconta il nipote Andrea, tra i primi a tuffarsi per andare a cercare lo zio disperso. In spiaggia c’erano anche un pompiere e altri grottaroli che hanno collaborato alle ricerche, scandagliando il fondale.
Le testimonianze dei volontari
«Siamo stati due ore a girare in acqua, ma non c’è stato nulla da fare: Roberto non si trovava e non si sapeva dove cercarlo», dice uno dei volontari. Alla Grotta Azzurra la mobilitazione è stata generale. Tutti hanno cercato di dare il proprio contributo, fino al tramonto, chi in mare, chi da terra con il binocolo. Ma con il passare delle ore, le speranze di ritrovare in vita il sub disperso si sono affievolite sempre di più, fino alla notizia del recupero del cadavere, arrivata in serata. Sembra oltretutto che il 61enne non avesse con sé la boa di segnalazione o comunque l’avesse smarrita, circostanza che non ha agevolato le ricerche. Non è ancora chiaro se il sub sia morto poco dopo essersi immerso o durante il tragitto per tornare a riva. La certezza è che, purtroppo, nessuno ha potuto far nulla per salvargli la vita.
Corriere Adriatico