Ancona, il mare pullula di meduse: «Ma non vi preoccupate, sono innocue»

Ancona, il mare pullula di meduse: «Ma non vi preoccupate, sono innocue»
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ANCONA - Professor Carlo Cerrano, docente di Zoologia al dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università Politecnica delle Marche, che tipo di meduse sono quelle avvistate negli ultimi giorni nelle acque di Senigallia e Portonovo

«Si tratta della Cotylorhiza Tuberculata, normalmente conosciuta come Cassiopea Mediterranea, una medusa molto comune nei nostri mari, soprattutto in questo periodo dell’anno in cui le acque sono molto ricche di nutrienti».
 

È pericolosa? 
«Assolutamente no. A dispetto delle sue notevoli dimensioni questa specie non è urticante».

Eccezionale a Baia Flaminia: tartaruga nidifica, uova sorvegliate

Cosa bisogna fare se ci si imbatte in una di esse? 

«Lasciarla dov’è senza danneggiarla. Le meduse hanno un ruolo fondamentale nel ciclo naturale degli organismi marini. Occorre rispettarle limitandosi ad osservarle, magari con l’ausilio di una maschera».
 
La Cassiopee di Mare non sono le uniche meduse avvistate di recente lungo la costa marchigiana.
«Qualcuno si è imbattuto in degli Ctenofori, che però non sono delle meduse, ma del plancton gelatinoso che si nutre di uova e larve di pesce. Per tale motivo, se presente in grande quantità, può mettere a rischio gli stock ittici, ma non è questo il caso».
E all’uomo può creare qualche problema? 
«No. Anche qui si tratta di una specie autoctona non urticante. Il consiglio è sempre quello: limitarsi ad osservare. Tra l’altro gli Ctenofori sono dotati di pettini iridescenti molto belli»
Quindi si può scendere tranquillamente in acqua senza il timore di essere pizzicati da meduse? 
«Quest’anno l’acqua si è scaldata molto in ritardo e ciò non ha favorito l’esplosione di specie termofile aliene. Tuttavia, se non sopraggiungeranno perturbazioni e le temperature rimarranno queste, potrebbero proliferare tra ottobre e novembre».
Ce n’è qualcuna particolarmente pericolosa? 
«Specie letali qui ancora non ne sono arrivate. La più urticante che si può incontrare è la Carybdea marsupialis, chiamata volgarmente cubomedusa, stabilitasi ormai in pianta stabile nell’Adriatico in seguito ai cambiamenti climatici. Se è presente in acqua è meglio evitare di fare il bagno. Anche perché non si sa mai come si può reagire alla sua frustata».
In che senso? 

«La puntura delle meduse è come quella degli imenotteri. Su soggetti particolarmente sensibili il loro veleno può provocare uno choc anafilattico. Tra l’altro la cubomedusa è particolarmente insidiosa, perché essendo molto trasparente spesso non ci si accorge di lei finché non si viene pizzicati» Le meduse alloctone sono anche un pericolo per le altre specie? «Se proliferano in maniera smodata possono creare loro dei problemi perché sono più competitive». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico