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ANCONA - Tonnellate di rifiuti smaltiti in maniera illecita, appalti pilotati e tangenti per chiudere un occhio sui conferimenti proibiti. Si muove lungo questi tre filoni l’indagine chiusa nei giorni scorsi dalla procura e che fa tremare 11 persone. Di queste, 5 lo scorso ottobre erano state raggiunte dalle misure cautelari (una in carcere, le altre ai domiciliari, tutte poi cadute). Erano scattate nei confronti di 2 imprenditori (Danilo Gambini, procuratore della società jesina Nuova Edil System srl, e la sorella Lory, amministratore unico della ditta) e di 3 appartenenti alla pubblica amministrazione: Sergio Dolciotti, direttore tecnico di JesiServizi, Filippo Picchini, ingegnere che collabora con l’Ast di Ancona, e Alessandro Gasparetti, funzionario dell’area tecnica dell’Inrca.
I ruoli
Tra i 6 indagati a piede libero - per cui le contestazioni sono meno gravose - ci sono il custode giudiziario dell’ex Cascamificio di Jesi, l’ex amministratore unico di JesiServizi, un dirigente Ast, due imprenditori e un ingegnere collaboratore della Nuova Edil. Vasto il campo delle accuse, contestate a vario titolo: traffico illecito di rifiuti, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, peculato e truffa.
Le tangenti, sempre secondo la ricostruzione accusatoria, sarebbero finite anche nelle mani di Dolciotti: a fronte della promessa di denaro (circa 1.500 euro) il funzionario si sarebbe attivato per rinnovare alla Nuova Edil un appalto per il trasporto di rifiuti dal Centro Ambiente e per far conferire circa 50 tonnellate di scorie provenienti dall’ex Cascamificio. Salvatore Pisconti, ex amministratore JesiServizi, è accusato di traffico illecito di rifiuti (per i conferimenti alla discarica jesina) e di turbata libertà del procedimento di scelta: assieme a Dolciotti averebbe favorito i Gambini nell’acquisito di una gru a ragno, svenduta per 550 euro e poi rimessa sul mercato dai fratelli per 16.500 euro. Il peculato viene contestato a Dolciotti in concorso con i Gambini sia per la storia della gru, che per l’utilizzo indebito da parte dei due imprenditori di alcuni mezzi di JesiServizi.
L’altra tranche
Il filone degli appalti sanitari è sostenuto dalle accuse di truffa, corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità. La procura sostiene l’elargizione di regali e soldi da parte dei Gambini ai referenti delle aziende sanitarie per essere favoriti nell’assegnazione degli appalti. Riguardavano opere di manutenzione, come il Sert di Jesi, o l’affidamento del servizio di spazzaneve per alcuni presidi sanitari. Gasparetti avrebbe in un’occasione gonfiato con l’ingegnere Giorgio Lenti i costi di manodopera, consentendo alla Nuova Edil un profitto da 7mila euro. Nel mirino anche altri 2 imprenditori: per l’accusa a uno Gasparetti avrebbe chiesto di fare alcuni lavori idraulici gratis a casa sua; a un altro Dolciotti avrebbe chiesto la stessa cosa (gratis o a un prezzo irrisorio) nella prospettiva dell’ottenimento di un appalto. I Gambini avrebbero elargito soldi anche a Claudio Tittarelli, dirigente Ast. Gli indagati potranno chiedere di farsi ascoltare in procura o depositare una memoria difensiva.
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Corriere Adriatico