ANCONA Pedinato fino all’interno di un minimarket, aggredito e derubato da una sconosciuta. Sono questi i contorni della rapina che la procura ha attribuito a una tunisina...
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Finora, la vittima non si è costituita parte civile: si tratta di un 81enne anconetano, graffiato al volto dalla rapinatrice e derubato in un bazar cingalese del Piano mentre stava facendo alcuni acquisti. All’anziano erano spariti il cellulare e il portafoglio contenente circa 300 euro. L’aggressione era andata in scena nel giugno 2018. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, la rapina era durata pochissimi minuti: il tempo di stordire il vecchietto e strappargli quanto di valore aveva addosso. La vittima era stata probabilmente agganciata dalla rapinatrice mentre si stava dirigendo in un minimarket per fare alcune compere.
Per la procura, l’imputata sarebbe entrata all’interno dell’attività commerciale subito dopo l’anziano per poi aspettare l’allontanamento del titolare del negozio prima di entrare in azione. Quando si è liberato il campo da ogni possibile ostacolo al blitz, la donna – sempre secondo l’accusa – ha chiuso dietro di lei la porta del minimarket e ha aggredito l’anziano. Prima lo ha graffiato con le unghie all’altezza del volto per impedirgli di reagire, poi gli ha strappato il cellulare e da dentro la tasca della giacca ha preso il portafoglio che conteneva circa 300 euro in contanti. Infine, è scappata, facendo perdere le sue tracce e lasciando la vittima stordita e dolorante all’interno del bazar.
L’anziano aveva subito sporto denuncia alle forze dell’ordine per rintracciare la malfattrice. Aveva agito a volto scoperto e senza armi.
Con un lavoro certosino, tra la testimonianza resa dall’81enne, il bozzetto di identikit disegnato per dare una volto alla rapinatrice e la visione delle telecamere della zona dove era avvenuto il colpo, gli investigatori erano riusciti a stringere il cerchio attorno alle tunisina, già nota alle forze dell’ordine. La donna verrà difesa durante il processo dall’avvocato Manuel Piras. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico