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ANCONA - «Sono andato a Marina Dorica per potermi godere una giornata di mare e sole, ma quando sono arrivato la mia barca era sparita dal pontile. Sono rimasto sbigottito non solo per il furto, ma anche perché pensavo che la sicurezza del bene fosse tutelata e assicurata da Marina Dorica». Pensieri e parole di Andrea Giovagnoni, ordinario di Radiologia dell’Univpm e direttore del Dipartimento di Scienze Radiologiche di Torrette, che in una calda domenica d’ottobre ha dovuto fare i conti con un’amara quanto insolita scoperta: la sparizione del suo amato gozzo.
Un esemplare comprato dal professore tre anni fa per la sua bellezza, portata dall’ampio parasole in legno e da un vetroresina in blu difficile da trovare nel circondario della costa marchigiana. Quella perla lunga sette metri è sparita nel nulla.
Il racconto
«Non le dico la mia faccia - racconta il primario di Radiologia - quando sono andato al pontile e non ho trovato la barca. Il dispiacere c’è ed è grande, perché era un gozzo nuovo di zecca».
Il danno
Invece il gozzo è stato rubato. Non si sa come. E ora, chi paga il danno? Qui si entra in un groviglio. Il primario ha preso contatti con i responsabili di Marina Dorica per chiedere conto del furto ed eventualmente provare a risolvere il danno subito con un percorso stragiudiziale, perché il contratto di ormeggio non è disciplinato né dal codice civile, né dal codice della navigazione. Il concessionario, dal punto di vista giuridico, non avrebbe alcuna responsabilità (a meno che nel contratto di locazione non ci siano apposite postille) su eventuali furti. «La risposta di Marina Dorica? Non propriamente adatta a una persona che è socia da tantissimi anni». Il furto rimane, il danno e il dispiacere pure. E non è detto che la diatriba finisca qui.
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Corriere Adriatico